“Disincanti marini”, la nuova raccolta poetica di Francesco Casagrande

Francesco Casagrande nella redazione del Graffio.online (foto ©Rosita Spinozzi)

di ROSITA SPINOZZI –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Francesco Casagrande fa il bis e, dopo la sua prima opera poetica “L’infante”, torna a deliziare i lettori con un’altra raccolta tematica che, questa volta, trae linfa vitale dal suo immenso amore per il mare. Con “Disincanti marini” l’autore propone trenta poesie in cui viene esaltata la bellezza della natura nei suoi molteplici aspetti, anche quando è matrigna, avendo come unico filo conduttore il mare, in particolare l’Adriatico. E non poteva essere altrimenti dal momento che Francesco, avendo prestato servizio al Museo della Civiltà Marinara di San Benedetto del Tronto e al Museo Malacologico di Cupra Marittima, ha respirato aria di mare a pieni polmoni ed ha avuto anche l’opportunità di osservare ininterrottamente lo scenario paesaggistico con sguardo attento e sognatore. Pensieri e parole che lo hanno accompagnato dal mese di luglio fino a dicembre 2019. Il risultato? “Disincanti marini”, un libro di poesie ispirato anche da innumerevoli fonti fotografiche, sempre molto care a Francesco.

Un’opera meritevole e degna della massima attenzione, perché offre una chiave di lettura per entrare generosamente nei meandri dell’anima di una persona che noi tutti a San Benedetto conosciamo soprattutto in virtù della sua attività nel teatro dialettale vissuta con la Ribalta Picena e nelle varie rievocazioni storiche cittadine, in primis “Natale al Borgo”, per arrivare a recitare al fianco di Emilio Fabrizio La Marca, nipote degli indimenticati fratelli Giuffrè, il quale è rimasto piacevolmente colpito dalla sua vis comica. Formatosi nel campo dell’archeologia e delle belle arti, Francesco non si è limitato soltanto a sviluppare l’amore per le cose belle, ma anche a condividerlo attraverso una poetica in cui non mancano l’aspetto onirico e l’utilizzo di termini arcaici, forbiti, rari come perle preziose in un massificante linguaggio giornaliero. Parole più grandi di lui, difficili da associare ad un giovane uomo, ma collocate con estrema sapienza al punto tale da conferire vigore e bellezza a quei versi in cui Francesco ci ricorda l’importanza del rispetto della natura e  quanto sia liberatorio avere lo sguardo del “fanciullino”. Pertanto, ai nostri giorni dominati dal timore e dall’eccesso, questo richiamo alla “normalità” di Casagrande appare quasi come un atto di coraggio.

“Disincanti marini” si avvale di prefazioni autorevoli come quella del prof. Gino Troli che ha avuto Francesco Casagrande come alunno alle superiori; dell’archietto Daniele Paolini; della prof.ssa Benedetta Trevisani (Circolo dei Sambenedettesi); della poetessa Maria Rita Massetti e dell’amico carissimo e “funambolico sognatore” Claudio Pellei. Le copie del libro sono disponibili presso la libreria Nave Cervo (via Volturno,4) di San Benedetto del Tronto. Trenta poesie, trenta piccoli gioielli fra i quali brilla “Lucore” (Lucentezza), la più amata da Francesco perché in essa è racchiusa tutta la maestosità del mare e la presenza degli elementi naturali che contribuiscono a renderlo ancora più bello agli occhi di chi lo osserva. Ed è proprio su “quell’ondeggiare tenue/intriso di salmastra speme/algore che ammanta/ le spore degli ingegni umani”,  sui “gabbiani spiccanti il volo” e sul “firmamento firmatario/ di inusitati sintagmi” che Francesco pone un accento di pace, bellezza e speranza invitandoci a suo modo a sconfiggere il timore semplicemente volgendo lo sguardo verso il creato. E sorride Francesco quando mi dice che la felicità gli sembra facilmente raggiungibile ogni volta che osserva il mare. Ed ha perfettamente ragione.

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