Grottammare, consegnata una targa in ricordo di Antonio Casilio

di REDAZIONE –

GROTTAMMARE – Era il 20 ottobre 2019 e, come ogni anno, Antonio Casilio era in prima fila a Grottammare per aiutare, organizzare e promuovere un evento a cui si era dedicato con entusiasmo e passione: i Campionati italiani di marcia. Di lì a pochi giorni, il 4 novembre, ci avrebbe lasciati, senza avvertire e lasciando un immenso vuoto nella vita dei suoi familiari e di tutti quelli che, da sempre, erano abituati ad associare il suo nome a eventi sportivi o a manifestazioni culturali proprio lì nella sua Grottammare. E anche quest’anno, ancora a Grottammare, per la quindicesima volta consecutiva, domenica 25 ottobre, sul bellissimo percorso del lungomare con la partecipazione di centinaia di atleti provenienti da tutte le Regioni, ha avuto luogo la gara nazionale di marcia intitolata a “Serafino Orlini”, gara di chiusura della stagione agonistica dell’atletica leggera italiana.

A conclusione della competizione, il Centro Marcia Borgo Solestà ha voluto dedicare un trofeo ad Antonio Casilio, socio onorario e sportivo appassionato. La famiglia, la moglie Lavinia, i figli e il nipote Ernesto, ringraziano gli organizzatori tutti e, in particolare, Vincenzo Ferretti per questo gesto che, in questo anno vissuto all’insegna dell’emergenza, e nel primo anniversario della scomparsa di Antonio, acquista un valore speciale e carico di significati. È come se Antonio avesse partecipato anche questa volta: in qualche modo era lì, su e giù con la bicicletta, da un capo all’altro del lungomare, a guardare quei giovani correre. Proprio lui che giovane lo è sempre stato, nello spirito e nell’entusiasmo, fino alla fine e anche oltre.

Questo trofeo, inaspettato e graditissimo, ci offre l’occasione di ricordare Antonio o, come lo chiamavano tutti, semplicemente Casilio: a lui, ogni giorno, ogni minuto in ogni momento corre il pensiero di chi ha avuto la fortuna di averlo nella propria vita o anche solo di incrociarlo. Tante le cose che si potrebbero dire di quest’uomo buono e onesto, appassionato e intelligente, curioso e premuroso capace di lasciare un segno, un’impronta, una traccia indelebile del proprio passaggio.

Molto potremmo raccontare di Casilio, il “mister”, che corre dietro ad un pallone o che organizza un festival dell’Avanti o una campagna elettorale. Di lui che, ragazzo del secolo scorso, si apre il profilo Facebook e rintraccia tutti i Casilio sparsi ai quattro angoli del pianeta, da Castelnuovo a Niagara Falls. Di lui che, artista per estro, si scopre mecenate e rivoluziona un vicolo abbandonato di Grottammare dedicandolo ai giovani pittori provenienti da tutta Italia. Di lui che si accapiglia di amministrazione in amministrazione per creare spazi di aggregazione per i giovani (maschi e femmine), per offrire loro – a tutti loro e soprattutto a chi, tra loro, rischiava di restare indietro – l’occasione attraverso lo sport non di diventare campioni ma uomini e donne consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri.

E potremmo andare avanti ancora e ancora ma a lui, di poche parole e privo di fronzoli, non sarebbe piaciuto. Era testardo Casilio e se credeva in qualcosa non c’era verso di fargli cambiare idea: andava avanti per la sua strada come quel Martino Testadura, di cui racconta Rodari, che si incammina sulla strada che non andava in nessun posto e come sempre accade a chi “batte per primo una strada nuova” trova un tesoro. E forse se i Campionati italiani di marcia si celebrano da 15 anni a Grottammare è anche un po’ merito di quest’uomo caparbio e visionario che non hai mai esitato ad incamminarsi là dove nessuno aveva mai osato muoversi.

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