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CAMERINO – L’Università di Camerino continua a mettere a disposizione del territorio le proprie competenze scientifiche: è quanto accaduto nell’ambito dell’innovativo progetto “Push ‘o ver”, titolo anglo-napoletano che letteralmente vuol dire “spingi davvero”, cioè realmente, anziché limitarsi a una simulazione numerica. Forte della positiva esperienza della prova di spinta, effettuata nell’ambito della costruzione del centro di ricerca “Chip-Chemistry Interdisciplinary Project” di Unicam, per testare la capacità dell’edificio isolato alla base che è stato “spostato” di 30 cm grazie ad un dispositivo messo a punto appositamente, il gruppo degli ingegneri strutturisti della Scuola di Architettura e Design di Unicam, guidati dal professori Andrea Dall’Asta ed Alessandro Zona, ha attivamente collaborato al progetto “Push ‘o ver” con l’obiettivo di testare sul campo i benefici di moderne tecniche di miglioramento sismico. L’occasione è stata fornita dalla disponibilità di un edificio in muratura di due piani, sito a Castel di Lama (AP) e di proprietà del Sig. Franco Emidio Citeroni, da demolire e ricostruire in loco a seguito dei danni riportati nel sisma del 2016.
“Push ‘o ver” è il frutto dell’idea nata dalla collaborazione di tre società di ingegneria (DOING Ingegneria, EAS Ingegneria e Di Emidio Progetti), impegnate da tempo nelle ricostruzioni a seguito di eventi sismici, diventata realtà grazie alla Gaspari Costruzioni Srl di Ascoli Piceno, cui sono stati affidati i lavori di ricostruzione e che ha eseguito le attività in cantiere, alla Fibrenet di Pavia di Udine (UD), che ha fornito le proprie tecnologie per migliorare sismicamente la struttura e sensori di misura, e alla CMP di Osimo (AN), che ha fornito la struttura di acciaio di contrasto per la spinta; il test è stato progettato e realizzato con il supporto tecnico-scientifico dell’Università di Camerino e dell’ENEA, che collaborano da tempo in diversi progetti di ricerca e che, in questo caso, hanno cooperato nelle progettazione e realizzazione delle attività sperimentali e, grazie alle loro dotazioni di laboratorio, hanno provveduto ad esercitare la forza di spinta sull’edificio, monitorare la risposta nelle diverse fasi della prova ed interpretare le misure raccolte.
Grazie alla simmetria dell’edificio, demolendo in maniera controllata il vano scala centrale, è stato possibile ricavare due porzioni pressoché identiche dal punto di vista strutturale: una è stata semplicemente ripristinata, “ricucendo” le lesioni formatesi durante gli eventi sismici, l’altra è stata migliorata sismicamente mediante intonaco armato della Fibrenet. Sulle due porzioni di edifici così preparate sono state eseguite prove di caratterizzazione dinamica nonché, lo scorso 13 ed oggi 18 gennaio, prove push over fino al collasso, utilizzando una struttura di contrasto in acciaio che ha consentito di applicare delle forze ai due piani per simulare l’azione sismica orizzontale.
I risultati sperimentali hanno consentito di validare le tecniche di miglioramento adottate, valutandone il beneficio in rapporto all’edificio semplicemente ripristinato, mentre il confronto tra i risultati sperimentali e quelli numerici consentirà di fornire utili indicazioni sulla validità dei modelli adottati e, quindi, sulla progettazione di futuri interventi di miglioramento sismico. «Grazie alla collaborazione con Enea, con la quale condividiamo il coordinamento scientifico del progetto – hanno sottolineato i professori Dall’Asta e Zona – e con la condivisione della nostra strumentazione, siamo riusciti a realizzare in scala reale queste prove che solitamente vengono effettuate con simulazioni numeriche al computer. Ringraziamo poi tutti gli altri partner che hanno reso possibile il progetto, che rappresenta anche un eccezionale momento di formazione teorico-pratica per i nostri studenti, dottorandi e giovani ricercatori».
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