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OFFIDA – Ecco le Terme di Offida, un’opera architettonica visionaria, orientata all’integrazione con il paesaggio e il tessuto sociale locale, che nasce per consacrare il turismo diffuso nella zona. Dopo 23 anni dalla sua costituzione, la società pubblico-privata Terme di Offida Spa, che raccoglie oltre 100 soci locali, è nelle condizioni di conseguire l’oggetto sociale per la quale è stata costituita e potrà realizzare la struttura alberghiera comprensiva di centro benessere d’eccellenza che sorgerà in contrada Paradisi, al servizio del centro storico. Interamente ideata nel rispetto della sostenibilità ambientale più avanzata, oltre le 50 camere destinate all’accoglienza, accoglierà funzioni del benessere salutistico con una innovativa Spa del Vino, in linea con la più esigente clientela internazionale.
L’idea imprenditoriale desidera integrarsi con le politiche del “turismo diffuso” e della piccola ricettività locale, mirando al potenziando di tutta l’offerta turistica che ne risulterà valorizzata ed armonizzata con le proposte culturali, enogastronomiche e monumentali. Lo strumento per raggiungere questi scopi è un progetto ambizioso che finalmente si concretizza, per una micro-economia che sempre di più rientra tra i piani delle politiche di rilancio nazionali e del territorio. L’investimento da realizzare che verrà proposto ai soci rappresenta quindi una fondamentale occasione di crescita del tessuto economico e sociale della città che investendo da anni sulla propria immagine è divenuta per presenze e pernottamenti il punto di riferimento turistico per l’entroterra Piceno.
Il progetto definitivo, parte integrante della convenzione che dovrà essere sottoscritta dalla società Terme di Offida e dall’Amministrazione comunale, è stato approvato dal Consiglio Comunale venerdì 26 febbraio. Questo nasce dalla creazione visionaria di Enzo Eusebi e inserisce con forza e autorità la città di Offida sulla mappa dell’architettura contemporanea internazionale. La forma circolare dell’edificio, integrata da spazi e percorsi collettivi, definisce la struttura non solo come contenitore funzionale ma come “luogo urbano paesaggistico” generatore di crescita culturale e civile del territorio nella rinascita post-pandemica.
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