“Dantedì”, la Città di San Benedetto celebra Dante nei 700 anni dalla morte

di REDAZIONE –

La Biblioteca ha digitalizzato e messo online tre letture di Canti dello studioso Giuseppe Lesca a cui la struttura è intitolata –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 25 marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, si celebra in tutta Italia il “Dantedì”, giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri istituita dal Governo nel 2020 e che assume un valore particolare in questo 2021 in cui ricorrono i i settecento anni dalla morte del poeta. L’Amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto celebra la ricorrenza con una iniziativa curata dalla sua Biblioteca comunale “Giuseppe Lesca” che valorizza il legame tra il sommo poeta e lo stesso Giuseppe Lesca, letterato e poeta nato a San Benedetto del Tronto il 21 febbraio 1865.

«La Biblioteca ha deciso di digitalizzare tre preziosi documenti del Fondo Giuseppe Lesca cogliendo l’occasione di questa giornata festeggiata in tutto il mondo per riscoprire il valore dell’opera del nostro concittadino – spiega l’assessore alla cultura Annalisa Ruggieri – Lesca fu critico letterario e docente di lettere e dedicò agli studi danteschi ricerche e letture che rivelarono una particolare abilità e competenza nell’interpretazione dell’opera dantesca. Grazie alla tecnologia e al prezioso lavoro dei nostri bibliotecari riusciamo ancora una volta a superare le difficoltà del periodo che impediscono gli incontri e i confronti – conclude Ruggieri – e proponiamo alla città una nuova, preziosa occasione di approfondimento culturale».

I tre volumi, che saranno liberamente sfogliabili on line sia sul catalogo regionale bibliomarchesud.it sia sul sito della biblioteca www.bibliotecalesca.wordpress.com, sono la traduzione cartacea di tre “lecturae Dantis” del canto 12 dell’Inferno, del canto 9 del Purgatorio e del canto 20 del Paradiso che Giuseppe Lesca tenne nella “sala di Dante” in Orsanmichele (Firenze) tra il 1900 e il 1919. La “Lectura Dantis” è il nome con cui si identifica la declamazione pubblica delle opere di Dante Alighieri e, in particolare, dei canti della Divina Commedia, una tradizione che si fa risalire alle lezioni di Giovanni Boccaccio proprio in Orsanmichele, a Firenze.

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