di REDAZIONE –
Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’Isc Sud Infanzia Mattei e Alfortville –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quando ho sentito per la prima volta questa parola ho pensato “finalmente” una parola appropriata per noi maestre dell’infanzia. Pensate ai primi giorni di scuola per un bambino di 3 anni o quasi, pensate a quante emozioni dentro di lui: gioia, paura, ansia quando si trova davanti alla porta della scuola con la mano stretta alla mamma ha paura di lasciarla ma allo stesso tempo è curioso di entrare. Ed ecco che di fronte a lui si ritrova una maestra in ginocchio con lo sguardo fisso nei suoi occhi, uno sguardo rassicurante che gli dice: «Vieni, non ti preoccupare, vedrai insieme ci divertiremo e poi presto presto arriverà mamma a riprenderti».
Nel momento in cui la mano della maestra tocca la mano del bambino è avvenuto quel “legame” che si consoliderà ogni giorno sempre di più, fatto di sincerità e affetto. Ma i primi giorni di scuola non sono solo del bambino ma anche dei genitori che si dovranno separare dalla loro”perla” più preziosa per consegnarla a delle sconosciute, ed ecco che la maestra oltre a tendere la mano al bambino la tenderà anche verso il genitore% ecco formato il legame bambino-maestra-famiglia. I giorni passano e i bambini vengono sempre più sereni a scuola addirittura correndo e salutando fugacemente il loro genitore che tranquillo e soddisfatto ritorna al suo lavoro.
Poi un giorno arriva il Coronavirus e la scuola chiude, i bambini perdono la loro routine, ma grazie alla tecnologia si riesce a trovare un modo per vederci e ritrovare quel legame fisico perso, i Lead. I bambini di questa generazione non hanno difficoltà a trovarsi di fronte ad uno schermo. Parte la prima videochiamata, quasi tutti presenti i loro occhi vanno alla ricerca di un amico e gridano “ecco c’è, ciaoooo”. Che meraviglia quando gli si chiede: «Chi vuole raccontare qualcosa di bello fatto in questi giorni?». Tutti ascoltano e a turno (non sempre) parlano, raccontano tutto,poi si prosegue con letture di libri , lavoretti: la loro attenzione è ammirevole e con l’aiuto del fratellino/sorellina/ genitore riescono a realizzare bigliettini e lavoretti per le festività del papà, la domenica delle Palme e la Pasqua.
Arriva il momento dei saluti e qui c’è sempre qualcuno che non vuole lasciarci e continua con il suo racconto. A distanza di minuti, ore e giorni, riceviamo i primi feedback, messaggi vocali tipo “Maestra grazie per la videoconferenza è stato bellissimo rivedervi, vi voglio bene e mi mancate!”. Arrivano foto del loro lavoro, ma non solo, messaggi dei genitori “Maestra scusaci ma lei/lui ci teneva a farti vedere che gli è caduto un dente, l’orto coltivato da lui, la prima passeggiata in bici senza rotelle, la prima prima passeggiata sui pattini, i biscotti cucinati con la nonna, come taglia bene le verdure, il fratellino, la sorellina, il vestito nuovo”.
Sono sempre più convinta ormai, dopo più di vent’anni di insegnamento ,che il nostro è un lavoro meraviglioso e nonostante questa pandemia posso dire che può esistere anche un LEGAME A DISTANZA. Un LEGAME FORTE, come solo un bambino sa costruire intorno a sè.
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