di REDAZIONE –
Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del Collettivo Caciara, pervenuta in redazione il 23 aprile –
ASCOLI PICENO – All’attenzione della stampa locale, inviamo una lettera indirizzata al sindaco della nostra Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, in vista del 25 Aprile, Festa della Liberazione dal Nazifascismo.
Caro sindaco,
Ti volevamo ricordare che domenica è il 25 Aprile. Per noi e per tantissimi tuoi concittadini è un giorno speciale in cui ricordiamo da dove veniamo e dove non vogliamo tornare. Non è solo un giorno per andarsi a fare una passeggiata in mezzo al verde. Ti scriviamo questa lettera perché ormai siamo stufi, già dopo un solo anno, di dover fare il 26 aprile un Post dove ci incazziamo con te (come è successo l’anno scorso) o con uno degli esponenti della tua maggioranza per gesti, frasi e azioni ridicole.
Per questo volevamo darti qualche consiglio sul discorso e sul comportamento da tenere nella giornata di domenica:
1) Il 25 Aprile non è il giorno in cui riflettiamo sul Covid (e nemmeno la festa del Grazie). Semplicemente non lo è. Come si diceva a scuola: “non andare fuori tema con il compito in classe”. È molto importante perché se al compito di matematica si scrivono delle poesie, anche belle, il compito resta insufficiente.
2) Paragonare i momenti difficili che stiamo vivendo durante questa pandemia a quelli che hanno vissuto i Partigiani e gli italiani durante il ventennio fascista non ha senso. Come sopra, non strumentalizzare il Covid per non parlare della Resistenza.
3) L’anno scorso hai pronunciato le parole “personale sanitario”, “suore”, “volontari”, “forze dell’ordine” e non le parole “fascista”, “partigiano”, “nazifascismo”, “antifascismo”. Ecco, quest’anno potresti fare il contrario. Avrai altri giorni ed altre occasioni per ringraziare le categorie che ti piace tanto citare (magari con aiuti concreti), ma non è questa l’occasione adatta.
4) Per quanto riguarda l’annosa questione estetica della mascherina (n.d.r. lo scorso anno Fioravanti si presentò con una mascherina scura a Colle San Marco ma il primo cittadino affermò che era di colore blu): vedi tu ma la primavera chiama colori chiari. Da evitare il nero e i suoi derivati, ci sembra sia stato provato che non funzionano per l’occasione.
5) Non si dovrebbe fare ma ti diamo una traccia da rielaborare a piacere, che può assicurarti almeno la sufficienza che lo scorso anno non hai raggiunto: “Ricordiamo chi ha dato la vita per riscattare la dignità di una nazione intera, chi ha mostrato con l’esempio che l’Europa e anche l’Italia non si sarebbero rassegnate pacificamente a diventare un enorme campo di sterminio in nome della purezza di cui nazisti e fascisti farneticavano. E li ricordo per primo io che come servo dello stato ho giurato su una costituzione antifascista”.
Vorremmo sentire queste parole da te per sapere chi abbiamo davanti: quello che firma petizioni contro la propaganda nazifascista o quello che vuole distribuire nelle scuole fumetti revisionisti. Pretendiamo un atto di coraggio. Perché salire sul Colle San Marco il 25 Aprile è molto più di una ricorrenza e molto più di un “obbligo istituzionale”. Se per te è solo questo forse faresti meglio a non venire. Se invece farai un discorso sensato e degno del peso di questa ricorrenza saremo felici di scoprire di avere un sindaco di cui non doverci vergognare.
Saluti (non romani),
il Collettivo Caciara
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