25 aprile, il messaggio del sindaco Piunti:«Oggi il nemico non ha divisa, ma riconquisteremo la libertà»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Questa mattina, con una deposizione di corona dinanzi al monumento di Marcello Sgattoni che ricorda tutti i caduti per la Libertà, il Comune di San Benedetto ha celebrato il 25 aprile, Festa della Liberazione. A deporre la corona il sindaco Pasqualino Piunti insieme al comandante della Capitaneria di Porto, massima autorità militare della piazza, C.F. Marco Mancini. Con loro, in rappresentanza delle associazioni combattentistiche e d’arma, il presidente della sezione Anpi, Antonio Bruni.

Di seguito il pensiero del sindaco Pasqualino Piunti:
«Sono passati 76 anni da quando l’Italia, al termine di una lunga e sanguinosa guerra e sull’onda di un movimento popolare sostenuto dalle forze alleate che trovò la massima espressione nella Resistenza, si liberò dal giogo dell’occupazione nazista. 76 anni dopo noi continuiamo a ricordare quegli eventi perché da essi trasse forza e ragion d’essere la cultura democratica che oggi fa parte del bagaglio culturale di tutti noi.

Nel celebrare il 25 aprile, siamo oggi nella condizione di dover fare nuovamente appello a quella forza e a quel coraggio che dimostrarono i nostri padri. Stiamo attraversando da oltre un anno un periodo estremamente difficile che richiama alla memoria quell’epoca: il nemico non ha una divisa ma occupa ugualmente le nostre terre, entra nelle case, nelle scuole, in tutti i luoghi della socializzazione, semina ugualmente morte e dolore.

Allora l’Italia seppe recuperare una coesione nazionale che consentì di sconfiggere la dittatura, oggi è chiamata a rinnovare quello sforzo, seppure con altre armi: stavolta la battaglia per la libertà non si combatte con fucili e pistole ma rispettando le regole che aiutano a prevenire il contagio, prestando massima attenzione verso chi è più fragile, dedicando ogni risorsa economica reperibile al sostegno a chi ha perso la propria fonte di reddito, dimostrando concreta solidarietà verso chi è più debole tra i deboli.

L’arrivo del vaccino e la campagna vaccinale che ci auguriamo possa subire una decisiva accelerazione ci lasciano intravedere la fine dell’incubo, una nuova Liberazione: ma la strada da percorrere è ancora lunga, dobbiamo continuare a serrare le fila e lo Stato è chiamato, oggi più che mai, a far sentire la sua presenza affinché nessuno si senta abbandonato.

Dal 1945, il 25 Aprile rappresenta per noi italiani la riconquista della libertà: oggi celebriamo questa festa nazionale con la speranza, che nutriamo tutti nel profondo del cuore, che si possa presto nuovamente tornare a percepire la sensazione di essere arbitri del nostro futuro, la stessa speranza che 76 anni fa invase le strade e le piazze d’Italia dopo anni di sofferenza, sacrifici e lutti».

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