di REDAZIONE –
MACERATA – Si è svolta questa mattina, presso il monumento alla Resistenza in via Cioci, la cerimonia di deposizione della corona d’alloro per ricordare il 76° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Alla celebrazione, promossa dalla Prefettura, dal Comune di Macerata, dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Macerata (Isrec) e dall’Anpi Comitato Provinciale di Macerata, hanno preso parte il prefetto Flavio Ferdani, il sindaco Sandro Parcaroli, il presidente Anpi Comitato Provinciale di Macerata Lorenzo Marconi e i rappresentanti della associazioni combattentistiche e d’arma. Assente, per motivi personali, la direttrice dell’Isrec Annalisa Cegna che ha portato i suoi saluti tramite il presidente Marconi.
«Il 25 aprile, con l’anniversario della Liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, ricordiamo una pagina fondamentale della nostra storia nella quale i valori di libertà, democrazia, giustizia e coesione trovano la loro espressione naturale nella costituzione della Repubblica e della Costituzione – ha detto il sindaco Parcaroli -. Oggi più che mai dobbiamo ritrovare questo sentimento di rinascita e trasmettere ai giovani, soprattutto come istituzioni, il valore del nostro passato, della memoria e della nostra storia. Come allora, anche oggi, siamo chiamati, insieme, a riprendere in mano il nostro futuro e tracciare la strada della rinascita seguendo, come sempre, i nostri valori morali e civili».
Il presidente dell’Anpi Comitato Provinciale di Macerata Marconi, dopo aver salutato le autorità presenti, ha rivolto «un pensiero commosso alle famiglie delle migliaia di persone, innocenti, colpite dal Coronavirus. Viviamo una situazione in cui si incomincia ad intravedere l’uscita “dall’incubo della pandemia” ma al tempo stesso constatiamo una perdurante lentezza nelle vaccinazioni che genera stanchezza e rabbia. La pandemia sta evidenziando come gran parte delle politiche economiche e sociali adottate fino ad oggi abbiano aggravato i suoi effetti. In un simile contesto ripensare ai 76 anni che ci separano dal 25 aprile 1945 ci aiuta a ricordare che pur tra grandi contraddizioni (stragi fasciste e mafiose, terrorismo, criminalità e malaffare) l’Italia ha potuto difendere, e in alcuni casi sviluppare, ciò che era stato conquistato a caro prezzo dagli antifascisti e dai partigiani con la Resistenza».
«Nei momenti più bui della nostra storia postbellica la grande maggioranza degli italiani si è riconosciuta in quell’esperienza fondativa e lo ha fatto recuperando lo spirito della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della nostra Carta Costituzionale che aveva contraddistinto in particolare in Europa la ricostruzione nel dopoguerra – ha aggiunto Marconi -. Un insegnamento e una pratica preziosa che ogni 25 aprile si rinnova a proseguire nell’attuazione della Costituzione che ha sempre dimostrato di saper orientare un Paese in rapido cambiamento. Un dovere patriottico in quanto antifascista e quindi egualitario socialmente, libertario culturalmente, istituzionalmente pluralista e rappresentativo. Come sempre ci saranno d’aiuto l’esempio e le voci delle partigiane e dei partigiani che ci chiamano all’impegno con le loro testimonianze raccolte nel “Memoriale della Resistenza italiana” che da qualche giorno è accessibile a tutti. Buon 25 aprile. Viva la Resistenza, viva la lotta di Liberazione, viva le partigiane e i partigiani».
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