di ROSITA SPINOZZI –
Vola alto il talento di Alessandro Pertosa – filosofo, poeta e intellettuale di Rotella – autore di “Passio. Con gli occhi degli altri”, un libro bellissimo, tanto difficile quanto potente, che tratta le ultime ore di Gesù: la Passione con la salita al monte Calvario, la morte e la Resurrezione. Un libro talmente ben concepito nella sua struttura e nel linguaggio che, in breve tempo, ha calamitato l’attenzione di quanti amano la prosa poetica, affascinati nel leggere le quindici scene in cui Pertosa descrive in modo empatico i pensieri che aleggiano nelle menti delle diverse persone testimoni di quello che, senza alcun dubbio, è stato il più incredibile episodio della storia dell’umanità. Un percorso tanto doloroso quanto tortuoso in cui la violenza prende il sopravvento sull’innocenza, in cui il sacrificio assume una dimensione terrena per amore dell’umanità e di un ideale in grado di cambiare il mondo.
Un personaggio “potente” come Gesù e un intellettuale in grado di scandagliare l’animo umano – e avventurarsi in quello divino – come Pertosa: un binomio che merita attenzione. È un autore colto e coraggioso, Pertosa. Da premiare. Lo sa bene la giuria del Premio Camposampiero di Poesia Religiosa, prestigioso riconoscimento nazionale biennale che, nella sua XXV edizione, ha reso omaggio al suo operato nell’ambito di una cerimonia in cui le motivazioni sono state lette dalla celebre scrittrice Antonia Arslan. Si tratta di un premio importante che, nel corso degli anni, è stato frequentato da grandi personaggi della cultura italiana e tra i vincitori annovera alcuni tra i massimi esponenti della poesia nazionale ed internazionale. Scorrere l’albo d’oro dei premiati e la lista dei giurati del “Camposampiero” significa fare un viaggio nella poesia italiana recente: solo per citarne alcuni, basti ricordare Bino Rebellato (tra i fondatori), David Maria Turoldo, Mario Luzi, Fernando Bandini, Italo Alighiero Chiusano, Rodolfo Doni, Valerio Volpini, Silvio Ramat, Giovanni Raboni, Davide Rondoni.
Per la cronaca, la giuria della XXV Edizione del Premio, presieduta dalla scrittrice Antonia Arslan e composta dal giornalista di Avvenire e coordinatore dei Luoghi dell’Infinito, Giovanni Gazzaneo, dalla storica e archivista Elda Martellozzo Forin, dalla critica letteraria e docente universitaria Siobhan Nash Marshall, dal poeta ed editor Alessandro Rivali, dopo un’analisi dei libri pervenuti ha selezionato le tre seguenti opere: Paola Lucarini, San Miniato al Monte, Passigli, 2019; Stefano Mecenate, Incontri non casuali, dreamBOOK, 2019; Alessandro Pertosa, Passio.Con gli occhi degli altri, Capire edizioni, 2019. Da questa terna, il “nostro” Alessandro Pertosa è risultato vincitore della XXV edizione del Premio Nazionale di Poesia Camposampiero, dedicato a David Maria Turoldo. Comprensibile il suo entusiasmo e impeccabile la motivazione che, di seguito, riportiamo integralmente:
«Come giustamente nota Davide Rondoni, al tema terribile, che interroga e inquieta, della passione e della morte di Cristo, si è negli ultimi anni avvicinato “uno strano cortei di poeti, per un richiamo violento e irresistibile”, da Mario Luzi a Rondoni stesso, Angiuli, Mencarelli. Ma Alessandro Pertosa, con la sua originale rivisitazione di quell’Evento che ha cambiato la storia del mondo, riesce a trascinare il lettore a diventare parte di un coro di personaggi ben delineati, ciascuno col suo carattere e con la sua forza individuale, che bene si rivela quando sfiora la realtà di quel morente.
La forza di un’illuminazione radente e spietata cesella ogni volto nel confronto vitale con quella Realtà che sembra sul punto di spegnersi, ma che ha in sé la rinascita. Dall’inizio alla fine, “gli occhi degli altri” intrecciano sequenza di alto lirismo, di sangue, di morte e di improvvisa dolcezza: “Le donne… gli sfiorano il viso di perla e terrore”, Giuda ripete la sua cantilena smarrita e umana, troppo umana, Erode ammette controvoglia che “gli canta l’uragano nella voce quando parla”, a Simone di Cirene non regge il cuore di vederlo morire solo, abbandonato.
Tutti loro – e gli altri: Pietro nella sua miseria di spergiuro, la Veronica col suo candido telo, il buon ladrone, Longino il centurione, Giuseppe d’Arimatea, ricevono luce e senso da una appassionata e sinuosa tensione poetica, che si avvolge in versi cadenzati e sicuri, che corrono veloci verso il capovolgimento, la Resurrezione, scandalosa e sconvolgente: “Oh Dio degli alfabeti / è vuoto questo sepolcro, vuoto / il discorso che mi scorre nelle vene”, sussurra il poeta alla fine».
Ecco il link della nostra recensione di “Passio” a cura di Americo Marconi
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“Passio. Con gli occhi degli altri”, un potente e bellissimo libro di Alessandro Pertosa