Premio Strega 2021, tanta emozione per i finalisti ospiti in Palazzina Azzurra

Mimmo Minuto con, da sinistra, Silvio Venieri, Stefano Petrocchi, Emanuele Trevi, Andrea Bajani, Donatella Di Pietrantonio, Giulia Caminito, Roberto Ippolito

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Serata di gala per San Benedetto del Tronto che ieri, sabato 12 giugno, ha ospitato alla Palazzina Azzurra i finalisti del Premio Strega 2021, visibilmente emozionati per questo primo grande evento della stagione estiva finalmente di nuovo in presenza, patrocinato dall’Amministrazione comunale, ripreso dalla Rai e trasmesso in diretta streaming su Facebook. A condurre la serata il Presidente della Fondazione Bellonci Stefano Petrocchi, il giornalista Roberto Ippolito e Mimmo Minuto, Presidente dell’associazione “I luoghi della scrittura” e infaticabile promotore da almeno quarant’anni degli eventi culturali più prestigiosi della nostra Riviera. Cinque gli autori rimasti in gara: Emanuele Trevi con “Due Vite” (ed. Neri Pozza), Edith Bruck (assente per motivi di salute) con “Il pane perduto” (ed. La Nave di Teseo), Donatella Di Pietrantonio con “Borgo sud” (ed. Einaudi), Giulia Caminito con “L’acqua del lago non è mai dolce” (ed. Bompiani), Andrea Bajani con “Il libro delle case” (ed. Feltrinelli).

Al momento il favorito è “Due vite”, il romanzo con cui Emanuele Trevi racconta le vite incrociate dei suoi due amici storici Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi. Narrando di esperienze comuni, in poche ma intense pagine, alternando commozione e ironia, l’autore ripercorre altresì la propria esistenza. Voti alti anche per Edith Bruck, che si è già comunque aggiudicata il Premio Strega Giovani con “Il pane perduto”, romanzo autobiografico dell’autrice che ha vissuto in prima persona la Shoah e che, nonostante gli orrori, è riuscita a diventare la donna matura e tenace che ancora oggi, nonostante l’età avanzata, porta avanti la sua missione di mantenere viva la memoria, per spegnere ogni possibile ritorno di fiamma del nazifascismo.

Donatella Di Pietrantonio ci offre il sequel del pluripremiato “L’Arminuta” tornando a narrare la storia di due sorelle tanto diverse, eppure così necessarie l’una all’altra. Da un lato Adriana, ribelle e impulsiva, dall’altro l’Arminuta che è la sola ad aver imparato a conoscerla e dunque a poterla aiutare. Sullo sfondo, appunto, il “Borgo sud”, la zona marinara della città di Pescara, con la sua gente ospitale ma rude. Un romanzo duro e doloroso quello di Giulia Caminiti. “L’acqua del lago non è mai dolce” è una storia di periferia, di una famiglia con pochissime risorse e di una ragazzina, Gaia, che subisce le privazioni, l’esclusione, il non sentirsi all’altezza, cova rabbia e insofferenza che ciclicamente esplode e che però non riesce a condurla a un reale cambiamento, a un’evoluzione.

Originale davvero “Il libro delle case” di Andrea Bajani, una sorta di “biografia immobiliare” del protagonista che racconta amicizie, amori, famiglie, tradimenti, successi e insuccessi attraverso gli spazi che ha vissuto. Costruito come un puzzle, a tratti avvincente come un giallo, è un romanzo che permette al lettore di ripercorrere la storia degli ultimi cinquant’anni del nostro Paese e, in qualche modo, anche un pezzetto della propria storia.

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