di REDAZIONE –
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Lav Marche (Lega Antivivisezione) e Lac Ascoli (Lega per l’Abolizione della Caccia) –
SPINETOLI – Abbiamo appreso che il Servizio Veterinario AV5 continua ad applicare la politica di abbattimento e distruzione degli animali riscontrati irregolari dal punto di vista delle leggi sanitarie. Di recente nel Comune di Ascoli sono state soppresse con iniezione letale 5 capre, e stavolta è il caso di un intero gregge a Spinetoli: 48 tra capre e pecore, molte delle quali gravide, prossime al parto o con i piccoli appena nati. Gli animali erano stati posti sotto sequestro dal Servizio Veterinario Sanità Animale nel mese di aprile, a seguito di controlli sul traffico illecito di animali destinati alla produzione di alimenti, poiché l’allevamento risultava non dichiarato e gli animali privi di identificazione e di tracciabilità. Per questo motivo il Servizio Veterinario ne ha disposto l’abbattimento e la distruzione entro domenica 20 giugno.
La LAV Marche e la LAC Ascoli Piceno hanno inviato una diffida al Servizio Veterinario affinché venga immediatamente annullato l’abbattimento, appellandosi al Sindaco di Spinetoli, quale massima Autorità sanitaria, affinché accolga la richiesta di salvare gli animali. Il Regolamento (UE) n. 625 del 2017 attualmente in vigore, infatti, indica che, in caso di accertata non conformità, è possibile disporre “la macellazione o l’abbattimento di animali, a condizione che si tratti della misura più appropriata ai fini della tutela della sanità umana nonché della salute e del benessere degli animali”. Dunque le Associazioni obiettano che, poiché un’alternativa migliore per gli animali e senza effetti sulla salute pubblica esiste, ed è l’affidamento con vincolo della non macellazione, il provvedimento di abbattimento porterebbe a configurare l’ipotesi di reato di uccisione di animali non necessitata, ai sensi e per gli affetti dell’art. 544 bis c.p..
Le Associazioni contestano dunque il provvedimento, non solo dal punto di vista giuridico ma anche etico: sappiamo che il destino degli animali “da reddito” è fin dalla nascita la macellazione, e non vogliamo certo ostacolare le attività di controllo degli Organi competenti sull’aspetto sanitario degli alimenti, ma proprio perché questi animali sono privi di tracciabilità e dunque, per legge, non più destinabili alla produzione di alimenti (carne e latte), perché non si può trovare una soluzione alternativa all’uccisione consentendone la vita al di fuori della filiera produttiva?
La LAV e la LAC, con il sostegno già pervenuto di altre associazioni locali, hanno offerto la loro disponibilità per trovare adeguata accoglienza agli animali, cercando strutture o privati che possano adottarli con il vincolo della non produzione e non macellazione. Per escludere ogni possibile rischio per la salute pubblica e garantire che non vi sia produzione di alcun tipo, le stesse Associazioni si sono rese disponibili, a proprie spese, a far effettuare agli animali ogni controllo sanitario ritenuto necessario e a sterilizzare immediatamente i maschi. Restiamo in attesa del riscontro delle Autorità che ci consentirà di intraprendere le iniziative necessarie a risolvere in maniera etica il problema.
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