di GIAMPIETRO DE ANGELIS –
Gino Marchitelli scrittore, ma non solo. Basta conoscerlo, vederlo in azione durante le presentazioni dei suoi libri, uno più bello dell’altro, per rendersi conto che Gino è un tutt’uno tra vita privata e scrittura, tra ideali e idee progettuali. Un uomo che riesce a trasferire nei suoi “gialli” i propri valori, le battaglie di sempre, quelle del ragazzo un po’ rivoluzionario che crede e crederà sempre, nonostante tutto, che si possa vivere in un mondo migliore. Una vita da combattente sociale, ma anche appassionato musicista. Ottimo chitarrista Gino e non mancano le sue canzoni, durante le presentazioni, in un rapporto dinamico, amichevole e interattivo con il pubblico. Ascoltarlo è un piacere, oltre la dimensione dello scrittore, con i tanti aneddoti che racconta, in su e giù per l’Italia, percorsa quasi per intero. Come scrittore, Gino ha creato personaggi e situazioni che nell’ottica del “noir” evidenziano le scollature sociali, le ingiustizie, il “malaffare”, i misteri della storia, la necessità della “memoria” delle vicende che hanno segnato il ‘900, ma anche parte del nuovo secolo. Qualche esempio, in un giro random tra i suoi libri.
Iniziamo con “Panico a Milano”, la sua città. Una serie di delitti recenti, intorno al 2012, avvenuti in zona Lambrate, trovano corrispondenza di indizi con terribili crimini avvenuti sul lago Maggiore nel 1943. Da qui, il passaggio ai risvolti bellici e alle misteriose scomparse di comandanti delle SS è un attimo, in una girandola di accadimenti, di suspence e imprevedibile soluzione oltre confine, nella vicina Svizzera. E che dire di “Milano tra Utopia & Rivoluzione”? Dal mio personale punto di vista, una magnifica opportunità per parlare degli impegni giovanili, e non solo, tra il 1969 (anno della strage di piazza Fontana) e il 1974. La protagonista è una giovane donna, Lidia, che emigrando a Milano ha l’occasione di conoscere da vicino i protagonisti delle battaglie studentesche, quelle del ’68, i movimenti operai, le rivoluzioni sociali e di costume, come quelle legate alla legge sul divorzio e i nuovi generi musicali, il rock ad esempio. Lidia è anche la protagonista di “Il barbiere zoppo” prima dell’emigrazione a Milano, con l’ambientazione tra la Puglia e le Marche, con sosta a Matelica: storia di formazione, tra i valori partigiani e la nuova ondata Beat.
In “L’assenza”, pubblicato nel 2019, l’autore sposta un po’ il tiro. Tramite il professor Moreno Palermo, uno dei suoi personaggi che ritroviamo anche in altri titoli, Gino Marchitelli prende in esame il fenomeno, socialmente triste, oltre che drammatico e attuale, della violenza sulle donne, attraversando, oltre all’Italia, dalla Lombardia alla Puglia, le ipocrisie e i conformismi. Un vero e proprio noir psicologico, nel tentativo di scardinare quel perbenismo di facciata che nasconde verità poco degne. Ci sono molti altri titoli tra i noir: “Il pittore”, “Qvimera”, “Milano non ha memoria”, “Morte nel trullo”, “Il covo di Lambrate”, “Il segreto di piazza Napoli”, ma ci sono anche libri-documento, come “Campi fascisti”, dove Marchitelli documenta con molti esempi circostanziati una verità non molto evidenziata dalla storia: i molti luoghi di detenzione per internare gli oppositori al regime del ventennio.
In un altro libro di testimonianza, “Una storia per tutti”, Gino ripercorre anche i fatti di piazza Fontana nell’ottica di una ricerca della verità in quella che fu la strategia della tensione in Italia. Il libro contiene tutti gli interventi che ci furono in un convegno milanese in cui parlarono le figlie di Pino Pinelli e molti componenti delle associazioni delle vittime di tutte le stragi di quel periodo storico. Lo dicevamo, Gino, come lo chiamano tutti, vita da elettricista, ma scrittore nel profondo di sé da sempre, è un insieme, un mondo dove tutto confluisce e vive con lo sguardo al cambiamento che si rende consapevole e necessario se non si dimentica la storia che va anche rivisitata, talvolta riscritta, comunque raccontata e ascoltata con l’amore per la verità e la conoscenza.
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