di REDAZIONE –
RECANATI – Inaugurata a Recanati la nuova mostra di arte contemporanea “Giacomo” del noto artista di fama internazionale Pino Procopio, a cura del prof. Stefano Papetti, organizzata dal Comune di Recanati e dall’Associazione Culturale Zoomart in collaborazione con la Galleria 2019 di Ascoli Piceno con la consulenza artistica di Nazareno Verdesi, negli spazi dell’atrio del Palazzo comunale. Alla presenza delle massime autorità, della contessa Olimpia Leopardi, di tanti artisti tra cui il fotografo Gianfranco Lelj, delle numerose personalità cittadine e della stampa, si è aperta la mostra dedicata all’uomo Giacomo Leopardi nella ricerca artistica di Pino Procopio, visitabile tutti i giorni fino al prossimo 19 settembre 2021.
«La nostra città, dove notoriamente le arti s’incontrano e dialogano tra loro, è sempre pronta ad offrire spazio a tutti coloro che vengono ispirati dalla forza del pensiero del cittadino più illustre Giacomo Leopardi – ha dichiarato il sindaco Antonio Bravi – Pino Procopio, si è attentamente documentato sulla vicende biografiche del Poeta e sulla sua produzione letteraria realizzando una personale interpretazione di Giacomo Leopardi, con la sua grandezza e la sua fragilità di uomo, traducendo in immagini e in colori i versi delle sue opere e alcune scene della sua infanzia».
In mostra la somma poesia di Giacomo Leopardi gli episodi e le stranezze della sua vita, raccontati dalle pennellate del noto artista di origini calabresi Pino Procopio. «Vogliamo diversificare l’offerta culturale a Recanati e l’arte contemporanea è un tema su cui puntiamo molto – ha affermato l’assessore alla cultura Rita Soccio – l’accostamento di un artista contemporaneo come Procopio all’immensa figura del Poeta è un modo per far avvicinare il pubblico a Giacomo Leopardi e la conferma che l’arte contemporanea non rinuncia al confronto con i grandi modelli». La mostra presenta una serie di dipinti ispirati alle Operette Morali e alle liriche Leopardiane tra cui Le ricordanze La ginestra Alla luna e opere che riguardano la biografia del Poeta, Procopio si è infatti dedicato ad immaginare i giochi intrapresi da Giacomo con i fratelli nei saloni del paterno ostello e alcune scene del suo soggiorno napoletano.
«Per Procopio l’incontro con Leopardi è stato fatale – ha spiegato il prof. Stefano Papetti, curatore della mostra – Il pittore si è accostato alla figura del Poeta in punta di piedi, trovando, dopo vari tentativi, una cifra interpretativa che considerasse soprattutto l’ uomo senza lasciarsi condizionare dall’aura mistica che solitamente circonda i miti della cultura internazionale. Le sue opere sono ispirate alla produzione letteraria e alla vicende biografiche di Giacomo Leopardi con una pittura di genere caricaturale, così come la intendevano i teorici del Rinascimento, ovverosia, non irridente ma con l’evidenziazione degli aspetti fisici che caratterizzano le persone. Procopio condivide con Leopardi un pessimismo di fondo che esorcizza attraverso i colori e la pittura caricaturale ma la malinconia di fondo rimane anche al di là dell’apparente vivacità delle opere».
«Nella mia lunga ricerca ho scoperto oltre il Poeta il “pittore” Leopardi – ha detto Pino Procopio – leggendo le sue opere, ho visto Leopardi dipingere con la penna scene e colori. Nelle operette morali in particolare mi sono appassionato a visualizzarne i dialoghi».
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