di STEFANIA PASQUALI –
SANT’ELPIDIO A MARE – Visitare la mostra di Giorgio Baldoni, inaugurata il primo settembre, presso la Basilica Santa Croce del Chienti intitolata “De rerum materia”, è stato come percorrere un cammino a tappe, simile al cammino di Dante Alighieri nei tre regni della Divina Commedia. Come nell’opera di Dante si passa dal simbolismo all’allegoria e in un certo senso alla filosofia di un pensiero artistico profondo, così è per le opere scultoree e pittoriche del Baldoni. L’esigenza espressiva della materia riscoperta attraverso l’uso della carta macerata e modellata come creta e di pigmenti di colore, fa sì che la figura dei corpi espressi in toraci o teste con lineamenti appena sfiorati, abbia un impatto poetico e visivo di grande effetto.
Il mondo di valori soprattutto riferiti alla Natura espressa nella scultura della “Madre terra”, come trascendenza e il mondo dei fenomeni naturali come immanenza sono legati in forma diretta e immediata. I busti vuoti ricordano il passaggio fisico, passionale e carnale nel mondo dell’oscurità mentre l’incompletezza delle loro forme ci conduce a quella spiritualità che riempie le realtà celesti. Le corde tese e non chiuse su rami di arbusto, sono come narrazioni aperte a finali in cui il visitatore può riconoscersi. Lo specchio a terra alla cui base sembrano assopite delle teste informi, costringe a guardarsi dall’alto in basso in una prospettiva del tutto inusuale. Uno sguardo a rovescio: da cielo a terra.
La Mostra è un poema allegorico e per coglierne pienamente il senso bisogna considerare, alcuni significati fondamentali come l’immediato del visivo che va oltre la parola descrittiva. L’allegorico che si cela dietro le forme nei suoi particolari, il morale da ricavare dalla lettura che l’artista, trasmette attraverso le opere, l’anagogia nel suo significato spirituale. Non a caso la Mostra è accolta nella Basilica imperiale al Chienti, recentemente restaurata ove la luce che filtra dalle lastre di alabastro dona atmosfere surreali così come nella parte della cripta in cui la penombra risalta forme e pietre murarie in una situazione oserei dire, ultraterrena. Da un lato le opere pittoriche e scultoree del Baldoni riconducono ad un valore anche letterale che rappresenta l’autore, grazie al percorso di studi affrontato negli anni.
I soggetti di tutta la Mostra riconducono al concetto filosofico della “rottura del tempo” come ama dire lo stesso autore, una sorta di tempo non tempo. Un pendolo fermo ad ere immaginare. Come Beatrice fu la Musa ispiratrice per Dante così anche l’amata Roberta lo è per Giorgio Baldoni. A lei deve l’input iniziale che gli ha fatto scoprire il talento verso l’arte visiva, pittorica e scultorea.
Ma le sorprese non finiscono, in quanto vi sono quadri luminosi in cui compare come elemento tridimensionale il sale. Il sale rappresenta in via simbolica il corpo, come il mercurio l’anima o lo zolfo per lo spirito. Il sale, alla fine, ha il compito di mediare le nature opposte dell’anima e dello spirito in un quadro in cui la luce non è un soggetto secondario. Questo concetto dicotomico fra pieni e vuoti, luci e ombre, piani orizzontali e verticali, è ben rappresentato nei vari busti femminili e maschili in cui respiro e cuore vivono sinergicamente uno per l’altro.
Federico Garcia Lorca scrisse: «Api d’oro cercano il miele, dove sarà? È nell’azzurro di un fiorellino sopra un bocciolo di rosmarino». In Baldoni l’ape, il miele, le forme esagonali, rimandano sostanzialmente ai concetti di operosità, organizzazione, rinnovo della vita. Torna nuovamente nel simbolismo l’anelito alla ricerca di una spiritualità nelle varie composizioni che si traducono per chi guarda in anelito al bello, e nel giallo oro la riappropriazione della gioia interiore custodita nell’arnia della propria anima.
Giorgio Baldoni classe 1966 è pittore, scrittore, scultore. Città di origine Sant’Elpidio a Mare. Ha studiato presso l’Accademia Belle arti di Macerata. Le sue opere sono state esposte in Mostre collettive e personali in Italia, Europa, Cina e presenti in Riviste e Cataloghi d’Arte. É autore di poesie e racconti e nel 2010 pubblica il libro per ragazzi: “Il Principe del tempo”.
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