di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –
TORINO – Fa il suo ingresso al Salone del Libro di Torino come una vera star internazionale, davanti a fotografi e giornalisti, acclamata dal pubblico della Sala Oro. Valérie Perrin, l’autrice di “Cambiare l’acqua ai fiori” (oltre tre milioni di copie vendute nel mondo), ha scelto Torino per presentare “Tre”, il nuovo romanzo, a metà tra giallo e thriller, il mistero dell’auto rinvenuta sul fondale di un lago e della storia di tre ragazzi ad essa collegati. «Ho scritto un romanzo sull’amicizia e l’amore, sulle promesse che si mantengono e su quelle che non si possono mantenere, sulle promesse che facciamo agli altri e su quelle che facciamo a noi stessi. – dice Perrin – Amore e amicizia sono molto più vicini di quanto si dica, si accavallano, si è attratti da qualcuno sia quando si è amici che quando si è innamorati. Si può essere legati per amicizia per tutta la vita, esattamente come accade con l’amore, e ci si può lasciare in entrambi i casi perché non si è più in grado di ascoltare»
La storia della protagonista inizia quando è un adolescente, abbandonata dalla mamma, cresciuta dal nonno, unica passione prendersi cura di animali abbandonati. «Un tema che mi è particolarmente caro – ricorda l’autrice – perché io in Borgogna sono madrina di un rifugio per animali». Un romanzo ambientato nella provincia, come i precedenti, dove ci si conosce tutti e da bambini si cresce insieme agli altri, in gruppo, una sorta di infanzia protetta. Tutto cambia quando si lascia la provincia e si va nella grande città, si va ad abitare in case brutte, scomode, monolocali vetusti, si deve prendere la metro, si deve fare i pendolari, nessuno ti considera, si vive nella più assoluta indifferenza. «L’ho vissuto anche io, per questo ne voglio parlare» afferma Perrin.
Un romanzo sulla forza salvifica delle parole, dei libri, delle lettere, quelle d’amore. «Ho incontrato il mio compagno Claude Lelouch grazie a una lettera, gli avevo scritto per fargli i complimenti, lui ha apprezzato, mi ha cercata, mi ha telefonato. Ha detto di non aver mai ricevuto una lettera così bella. Era il 2006. Non ci siamo più lasciati». Un romanzo costruito quasi come una sceneggiatura, con le tipiche scene del cinema, campo, controcampo, ambientazione. «Avrei potuto intitolarlo ” ilromanzo delle nostre vite”. Ha una colonna sonora, tutti brani degli anni ’70, ’80, ’90. U2, Cure, Inxs, e la musica di un gruppo punk rock storico francese, gli Indochine». Sorride per i complimenti e quando le si ricordano i successi e i premi internazionali si schernisce:«Ho due figli, una ragazza di ventotto anni e un ragazzo di ventiquattro. Sono loro il mio più grande successo».
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