“Sissi”, una deludente versione riveduta e scorretta. Ce n’era veramente bisogno?

di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –

È arrivata anche in Italia la fiction televisiva tedesca “Sissi”, versione riveduta e (s)corretta della storia della duchessa di Baviera che l’indimenticabile Romy Schneider aveva reso un mito nelle pellicole di Ernst Marischka (uno dei più grandi successi cinematografici di sempre). Dimenticate il mito della quindicenne bella come il sole, cresciuta felice a Possenhofen, partita per Vienna per accompagnare la sorella e scelta in sua vece come sposa da un principe romantico e per nulla incline alla violenza. Dimenticate la coppia di innamorati che si fanno sorprese e si scambiano tenerezze, che si commuovono alla nascita della prima figlia, che soffrono per la rigidità del protocollo di corte e per le ingerenze della regina madre, che sconfiggono una terribile malattia con la forza del loro grande amore. Insomma dimenticate la favola che ha fatto venire voglia a mezzo mondo di andare in vacanza nella capitale austriaca. Questa nuova versione è quanto di più distante.

Sissi ha trent’anni (perlomeno li dimostra) e una famiglia al cui paragone la matrigna e le sorellastre di Cenerentola erano molto affettuose. Nella prima scena del film si masturba, dopo quindici minuti rischia lo stupro, dopo venti si ritrova a spiare sua altezza reale immerso in un’orgia e forse per questo se ne innamora. Riceve la fatidica proposta di matrimonio nonostante sia la più anonima tra tutte le invitate al ballo più triste della storia, dopo di che va a scegliersi la dama di compagnia personale in un bordello. E certo, la prostituta preferita del marito è sempre meglio farsela amica, no? Là fuori intanto le truppe avanzano, non è dato sapere guidate da chi e dirette dove, il contesto storico è un optional. Sissi percorre in carrozza le vie cittadine e la gente infuriata le tira i pomodori (forse sono gli spettatori di Canale 5?), ma lei è felice perché il suo principe l’aspetta e finalmente potranno fare le capriole come marito e moglie.

Non sono contraria ai remake, va bene rivisitare storie e leggende purché lo si faccia in maniera intelligente, perché si ha qualcosa in più da dire rispetto alla versione precedente senza per questo sconvolgerne la natura, qualcosa che valga la pena raccontare. Al di là della rilettura porno, non c’è un solo momento simpatico, un personaggio per cui provare empatia, un evento per cui appassionarsi. Non si ride, non si piange, non ci si emoziona. Mancano del tutto i sentimenti, quelli che invece hanno fatto sognare intere generazioni. E allora la domanda sorge spontanea: ce n’era davvero bisogno?

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