di REDAZIONE –
Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” pervenuta ieri, giovedì 10 febbraio, in redazione –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Abbiamo seguito con curiosità le vicissitudini della mozione sulla sanità che avrebbe dovuto essere presentata in Consiglio comunale, ma poi ritirata per asserita assenza di convergenza unanime sul contenuto. Pare che alcuni gruppi di sinistra o centrosinistra non abbiano gradito soprattutto la definizione “ospedale di primo livello su due presidi”, né il richiamo a quanto scritto sul piano sanitario della Giunta Ceriscioli per l’AV2 (provincia di Ancona) dove è previsto un ospedale Unico di 1° livello su tre presidi. Si è parlato di “proposte sbagliate come quella presentata”, e si sono lette accuse contro “chi, invece, vuole avallare formule ibride ed ambigue, a beneficio di altri territori e altri interessi”. E ancora si è chiesto di “dare seguito ad un nuovo ospedale di Primo Livello con tutte le specialistiche previste”. L’ultima perla: “Non gradito nemmeno il contributo fornito dal Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso che, a detta di alcuni, avrebbe preso il sopravvento sulla parte politica”.
Al Comitato, che malgrado i detrattori si è imposto quale punto di riferimento sanitario sul territorio, è stato richiesto di un suggerimento tecnico: abbiamo semplicemente proposto di estendere all’AV5, nell’ottica dell’equità e della pari dignità del sud delle Marche, quanto già scritto sul piano sanitario 2020-22. Infatti, prima di tale provvedimento legislativo, si continuava a ripetere che nell’AV5 non erano possibili due ospedali di primo livello: vedi dichiarazioni del 2018 e 2019 di Ceriscioli, Casini, Urbinati. Poi queste stesse persone hanno approvato un PSR in cui è previsto che in una zona della provincia di Ancona di 234.000 abitanti ci fosse un ospedale unico su tre presidi di primo livello (oltre a Torrette e INRCA). Evidentemente nel nord della Regione era possibile una applicazione estensiva della legge, mentre qui nel sud occorre il bilancino per non rischiare di darci qualcosa di più e di meglio.
In ogni caso, a chi lamenta che alla fine alla costa toccherà un mezzo primo livello con mezzi servizi, mostriamo l’elenco dei reparti duplicati nei due ospedali di Senigallia e Jesi, con i dati inviati dalla Giunta Ceriscioli al Ministero della Salute con la DGR 1554/2018. In entrambi gli ospedali sono presenti: PS con Dea di 1 livello, Cardiologia, Chirurgia, Medicina, Nefrologia, Neurologia, Oculistica, Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia, ORL, Pediatria, Psichiatria, Terapia intensiva, UTIC, Medicina d’urgenza, Neonatologia, Lungodegenza (Geriatria), Oncologia. 18 reparti, non 12 quanti dovrebbe avere un ospedale di 1° livello come affermato dall’assessore Saltamartini pochi giorni fa.
In più Senigallia ha Gastroenterologia (e arriva a 19) mentre Jesi ha Odontoiatria, Urologia, Dermatologia, Fisiatria, Pneumologia, Reumatologia (e arriva a 24 reparti). Jesi, città con 39.082 abitanti nel 2021, distante 30 km da Torrette. San Benedetto, con 47.073 abitanti e distante 87 km da Torrette, non ha mai avuto 24 reparti. Noi, come Comitato, chiediamo per il Madonna del Soccorso quello che è stato fatto nella provincia di Ancona, ossia equilibrio fra nord e sud delle Marche. Questo dovrebbero chiedere i nostri cari politici, mentre ci sembra che molti di loro continuino a desiderare fortemente l’Affare Pagliare. La richiesta proveniente da una certa parte politica di mettere un ospedale di Comunità a San Benedetto del Tronto, lo stesso progetto di Ceriscioli e della Casini con la chiusura dell’ospedale per acuti, ci sembra confermare i nostri sospetti. Qualcuno ancora gioca a prenderci per scemi?».
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