di REDAZIONE –
Celebriamo la Giornata Mondiale della Poesia che ricorre il 21 marzo ricordando il primo libro dello scrittore e filosofo cuprense Antonio De Signoribus, “La meraviglia del borgo”, che a distanza di trent’anni dalla pubblicazione mantiene inalterata la bellezza del suo messaggio, frutto del talento del nostro “Grimm marchigiano” –
“La meraviglia del borgo” di Antonio De Signoribus, pubblicato trent’anni fa, ha una dotta introduzione di Franco Cardini, uno dei più illustri storici italiani, conosciuto in tutto il mondo, e una post-fazione dell’autore. Del bellissimo libro, ora introvabile perché la casa editrice ha chiuso da tempo i battenti, ce ne parla Francesco Liberati. Ecco una sua appassionata testimonianza, che ricorda la presentazione de “La meraviglia del borgo” che Cardini fece a San Benedetto, una testimonianza presente anche nella prefazione all’ultima fatica letteraria di Antonio De Signoribus, uscita da pochi giorni in libreria, ovvero “Colpa del Gatto. Fiabe, fiabine, fiabacce” (Zefiro Editore).
La storia culturale e artistica del prof. De Signoribus ha radici lontane. Erano già trascorsi anni di ricerca ed esplorazioni antropologiche in territorio marchigiano, quando venne alla luce la prima pubblicazione, La Meraviglia del Borgo: una raccolta di fiabe che suscitò immediatamente l’interesse collettivo. Un interesse che da San Benedetto del Tronto, la città in cui fu presentata per la prima volta nel 1990, si estese rapidamente a macchia d’olio. Il primo importante segno dello spessore culturale e divulgativo di quest’opera, fu l’attenzione suscitata nel grande storico e saggista Franco Cardini, dell’Università di Firenze, che arrivò di persona a presentare il volume in una conferenza ancora vivissima nella memoria collettiva. «Si tratta – esordì – di un libro talmente denso di contenuti e spunti, da poter fare con esso quello che San Francesco faceva con il Vangelo: lo apriva a caso su di una pagina e poi ne meditava il testo».
E Cardini prese una copia de La Meraviglia del Borgo, aprendola in quel modo, come gli veniva. Saltò fuori la pagina 45, in cui era narrata una fiaba dal titolo Il Figlio del Re che sposa una ranocchia. Ebbene, Cardini trasse spunto dal contenuto di quella fiaba per evidenziare valori di base del genere umano come la fiducia, la capacità di apprezzare e il premio che, quasi inevitabilmente attende chi è stato in grado di superare una delusione momentanea per investire con perseveranza in un progetto a più lungo termine. Egli prese spunto da quella fiaba per illustrare la tradizione della trasmissione orale di storie intorno ai caminetti, dipingendo magistralmente quei quadri d’epoca che il libro era in grado di evocare nel lettore.
Da quel momento, la storia artistica e culturale di Antonio De Signoribus, è stata intensa e serrata, fino a configurarlo come uno dei massimi studiosi nazionali di Cultura Orale. Nato e residente a Cupra Marittima, nelle Marche, De Signoribus è filosofo, giornalista e scrittore. I suoi studi, più volte rivisitati in chiave filosofica, psicoanalitica e antropologica, non sono certamente passati inosservati. Anzi. Sono stati definiti sorprendenti, come le sue doti affabulatorie. Antonio de Signoribus è stato definito il Grimm Marchigiano, ma i contenuti delle sue storie e la particolare forma linguistica in cui sono narrate, possiedono un respiro tale da travalicare i limiti della regione, ed anche della nazione. É stato chiamato a trattarne in importanti rassegne nazionali e internazionali. È stato recensito da Rai3, dal Corriere della Sera, nella famosa Terza Pagina di cultura, e da altre testate giornalistiche locali e nazionali. Sempre con successo. Pubblicato anche dalla prestigiosa Newton Compton, Antonio De Signoribus è al suo sesto libro di successo.
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