di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –
«L’attrice di tanti meravigliosi film, la brillante conduttrice, la scrittrice, soprattutto la donna che ha vissuto sino all’ultimo con eleganza e carattere, ci ha lasciato stasera a Roma. Ci mancherà tantissimo» ha annunciato ieri la famiglia in una nota. Catherine Spaak è morta a settantasette anni dopo una lunga malattia. Protagoniste del cinema, della televisione, del giornalismo, figlia dello sceneggiatore Charles Spaak e dell’attrice Claudie Clèves, nasce in Belgio e debutta giovanissima, ma trova la fama in Italia con il regista Alberto Lattuada in “Dolci inganni”.
Recita il ruolo della ragazza libera e spregiudicata negli anni della liberazione sessuale in tante pellicole di successo come “La voglia matta” di Luciano Salce, “Il sorpasso” di Dino Risi, “La noia” di Damiano Damiani, “L’armata Brancaleone” di Mario Monicelli. Nella sua lunga carriera (ha interpretato più di ottanta film tra cinema e televisione) lavora accanto a mostri sacri come Nino Manfredi, Monica Vitti, Alberto Sordi, Gigi Proietti, si esibisce anche come cantante (ha inciso più di venti dischi) e diventa poi conduttrice televisiva, lanciando il tale show “Harem” sulla Rai e il leggendario “Forum” sullle reti Mediaset.
Un’attrice di carattere (ha denunciato le molestie subite da attori e registi sul set molti anni prima del movimento MeeToo), una donna appassionata dalla vita sentimentale turbolenta. Si è sposata quattro volte, la prima a diciassette anni con Fabrizio Capucci, conosciuto sul set de “La voglia matta”. Si separa subito dopo, portandosi via la figlia Sabrina e scatenando una guerra legale con la famiglia dell’ex marito, che riuscirà a ottenere l’affidamento della bambina facendo dichiarare la Spaak una madre “di dubbia moralità” essendo attrice. Seguiranno poi il matrimonio con Johnny Dorelli (dal quale ha avuto il secondo figlio Gabriele), quello con l’architetto Daniel Rey e infine con l’ex comandante di navi Vladimiro Tuselli.
Una donna che non ha avuto paura di raccontare pubblicamente dell’emorragia cerebrale che l’ha colpita due anni fa: «Tante persone che hanno problemi di salute tendono a nasconderlo, io invece voglio che alla gente arrivi un messaggio: se siamo malati non dobbiamo vergognarci. Un’emorragia non fa piacere a nessuno, ma oggi sono qui con il sorriso, con la capacità di ragionare, con la voglia di ribellarmi. Non ho perso la mia grinta e il mio coraggio. Dico a tutti che si va avanti.»
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