di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pubblico delle grandi occasioni a La Conchiglia Bagni 1951 di San Benedetto del Tronto per la site-specific exhibition “Maiella al Mare”, dedicata all’opera scultorea dell’artista contemporaneo Luigi Rocco D’Alimonte. I numerosi visitatori hanno potuto ammirare ed apprezzare, sabato scorso, le sculture dell’artista abruzzese che ha lanciato e liberato la pietra della Maiella, da anni per tradizione relegata all’ambito dell’artigianato artistico, nella scultura contemporanea. Nella splendida cornice de La Conchiglia, schiusasi di nuovo per l’imminente ritorno della stagione estiva, l’attore Roberto Di Donato ha aperto la mostra dando un insolito e suggestivo benvenuto a tutti i presenti con una performance che ha dato voce alla stessa Maiella e all’artista.
La curatrice dell’evento, la dott.ssa Rosalba Rossi, ha fatto gli onori di casa, accogliendo sentitamente tutto il pubblico presente, tra cui, seduti in prima fila, il sindaco Antonio Spazzafumo, l’assessore alla Cultura Lina Lazzari e l’assessore Bruno Gabrielli. Al caloroso benvenuto sono seguiti un intervento della professoressa Agnese Monaldi, quello del critico e storico dell’arte Marino Capretti e una spiegazione delle opere in esposizione fatta dallo stesso artista Luigi D’Alimonte. Presenti tra il pubblico, oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali, il pittore Maurizio Romani, il poeta Gianni Marcantoni, l’attrice e soprano lirico Giuseppina Piunti, la storica dell’arte Simonetta Simonetti, la direttrice del Centro Studi e Casa Museo Osvaldo Licini Daniela Simoni, Matteo Caviglioni, disegnatore stilista di Abiti Emozione e la grafica Monica Simoni.
I visitatori sono rimasti incantati dalle opere di D’Alimonte che ha portato la Maiella al Mare, letteralmente, tanto da posizionare alcune opere di pietra paglierina direttamente sulla sabbia. Il suggestivo allestimento, accompagnato da un efficace ed accattivante catalogo curato dall’architetto Franco Mercuri, deus ex-machina di Endeca Agitatore Culturale, associazione ideatrice dell’evento, ha dato risalto alle magnifiche opere del maestro D’Alimonte, ricche di suggerimenti e “piccoli segni che vengono a cercarci” come, ha ricordato Agnese Monaldi, li definisce Margaret Mazzantini.
L’opera di Luigi D’Alimonte sembra suggerirci un altrove: la pietra paglierina della Maiella ancora risuona di storie di pastori, di genti d’Abruzzo abituati alla durezza della pietra e dell’esistenza. Vi è poi l’altrove dello spirito, quando, diceva Brâncusi, la complessità diventa semplicità: così D’Alimonte dirozza e leviga la pietra, tramite un procedimento complesso di cui stentiamo ad immaginare la portata, la fatica, la meticolosità. Quell’effetto levigato e morbido, quella massa che si è alleggerita e può ora ascendere verso altra nobiltà, ricade con semplicità sotto i nostri sensi ma unicamente grazie all’artista, che ci restituisce la semplicità in forma di “complessità risolta”. È in questo punto esatto che l’Arte incontra la Vita, le indica la solidità della montagna e la sinuosità delle onde marine, la ripulisce dalle scorie e, fin dove può spingersi, ne leviga le asperità e la reinventa.
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