di REDAZIONE –
Domenica 22 maggio al Salone del Libro di Torino verrà presentata la nuova raccolta intitolata “Tra l’essere e l’apparire” di Antonio Lera, Candidato al Nobel per la Letteratura per gli anni 2020 e 2021, curata dal dott. Arturo Bernava, Direttore della Casa Editrice Il Viandante. Antonio Lera, ideatore e presidente dell’Associazione Agape (Accademia Caffè Letterari d’Italia e d’Europa), ha organizzato e partecipato ad eventi presso alcuni dei migliori Caffè e locali storici d’Italia e d’Europa. La sua ultima fatica letteraria è improntata ad orientare i comportamenti e l’animo umano alla Pace e a suggerire atteggiamenti positivi ed evocare suggestioni terapeutiche ed inclinazioni verso il benessere psicofisico, oltre che a determinare rispetto verso ogni forma di diversità, per cui ciascuno è libero di scegliere la proprie identità ed orientamenti, nell’urgenza di recuperare il senso vero del vivere, in cui la dimensione dell’amore appare prevalente su tutto e la reciprocità e l’autenticità sono gli strumenti essenziali per la relazione.
Lera insiste poi sull’essere Partigiani di Pace, coltivando i sentimenti che portano gli uomini al rispetto del pianeta e di tutte le creature e le cose che vi abitano. Una pace da sempre inseguita e mai veramente ottenuta si cela in ogni angolo poetico di Lera, che non s’illude mai dell’esistenza di tempi di pace, guardando in faccia una realtà che pone gli uni contro gli altri per l’esistenza di molteplici dividendi sul piano relazionale ed esistenziale, come il possesso dei beni, il denaro, la ricerca del successo personale a tutti i costi che significa in pratica rinunciare ad essere se stessi, rinunciare a vivere la propria vita, rinunciare alla pace, rinunciare ad essere e scegliere di apparire, divenire comparse mascherate dal senso di protagonismo che illude cosi bene di essere.
Ogni opera poetica riguarda l’interiorità, il riflettere su di sé al fine di accrescere la propria consapevolezza e rispetto a tutte le altre forme artistiche, lo strumento poetico può riuscire meglio a suscitare una vera e propria catarsi, agendo nella profondità dell’essere e contribuire cosi pienamente al benessere psicofisico ed accrescere la qualità della vita delle persone. Nella lettura poetica è possibile pensare una sorta di Pronto Soccorso Poetico dove le poesie divengono ricette contro la perdita del piacere di vivere, soprattutto considerando l’humus quotidiano in cui gli individui sono immersi.
La Poesia riesce a divenire anche foriero di pace e in particolare ad armonizzare l’anima per alleviare sofferenze e preoccupazioni e Lera utilizza questo strumento privilegiato per “lavorare” sulla parte positiva di ciascuno attraverso le modalità espressive letterarie per prendersi cura del benessere del lettore e predisporlo verso l’armonia emotiva, mentale o spirituale ed in ogni caso contribuire ad alleviare il malessere suscitato dai periodi critici che da sempre caratterizzano la vita delle persone (conflitti, guerre, pandemie, separazioni), nelle varie fasi esistenziali individuali e collettive.
Insomma Poesia come antidoto ai mali del vivere e soprattutto come fiocina di opportunità del benessere e chiudendo in cerchio, garantendo il benessere si viaggia verso la pace, prima quella interiore poi quella comune.La scrittura poetica più che ogni altra forma di espressione letteraria ed artistica, consente di ripristinare la relazione con se stessi, cui spesso si rinuncia nel processo di maturazione verso l’età adulta, rinunciando a quel fanciullino che Pascoli ha riportato a galla nella sua poetica e a quell’entusiasmo tipico delle prime fasi esistenziali che D’Annunzio ci fa ritrovare nelle sue opere.
Il fanciullino di Pascoli e l’entusiasmo di D’Annunzio a tratti si riaffacciano nelle opere di Lera. La raccolta fa intravedere percorsi non solo poetici da tempo cercati ma soprattutto terapeutici. La ricerca della metafora oscilla tra l’Essere e l’Apparire disvelando un mondo di complessità (con Odi più strutturate) e semplicità (con Odi più elementari che), laddove lo scrittura è un modo per dire ciò che non si riesce ad esprimere in altro modo, attraverso quei contrasti esistenziali che tengono insieme sguardi muti e cuori galoppanti, respiri ansimanti e fresche carezze. Parlare di Lera vuol dire parlare di passione poetica. Cardini della sua dimensione artistica sono sia la forma che la sostanza. La presente opera letteraria si muove poi all’interno dell’asse tempo/bellezza e risente particolarmente della sua formazione medico-psicologica delineando una chiara prospettiva narrativo esistenziale che fa intravedere chiaramente percorsi non solo poetici da tempo cercati ma soprattutto terapeutici collocabili “Tra l’Essere e l’Apparire”.
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