di ELIANA NARCISI (ELIANA ENNE) –
Per la prima volta nella storia del Premio letterario italiano più importante, sono sette gli autori finalisti. Accedono infatti due ex aequo al quinto posto e un ulteriore libro, il settimo, in virtù dell’art. 7 del Regolamento secondo il quale se nella graduatoria dei primi cinque non è compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo, accede di diritto alla seconda votazione il libro con il punteggio maggiore, dando luogo a una finale a sei (o più) candidati. Ecco i nomi:
- Mario Desiati, «Spatriati» (Einaudi) con 244 voti. Un romanzo sull’appartenenza e l’accettazione di sé, sulle amicizie tenaci, su una generazione che ha guardato lontano per trovarsi.
- Claudio Piersanti, «Quel maledetto Vronskij» (Rizzoli) con 178 voti. Un romanzo che mescola tenerezza e ossessioni, la storia di un uomo che non accetta la fine di un amore.
- Marco Amerighi, «Randagi» (Bollati Boringhieri) con 175 voti
- Veronica Raimo, «Niente di vero» (Einaudi) con 169 voti. Un romanzo sulla giovinezza e su quei fragili legami nati per caso che poi finiscono per cambiare le nostre vite.
- Fabio Bacà, «Nova» (Adelphi) con 168 voti. Un libro diverso che parla di violenza e vigliaccheria, un romanzo inquietante che indaga nei meandri più oscuri dell’animo umano.
- Alessandra Carati, «E poi saremo salvi» (Mondadori) con 168 voti. Già vincitore del Premio Viareggio-Repaci 2021 Opera prima, uno straordinario romanzo di formazione, una saga familiare che attraverso una vicenda privata racconta l’epopea di un popolo.
- Veronica Galletta, «Nina sull’argine», (minimum fax) con 103 voti. Coraggioso racconto sul senso della solitudine e dell’alienazione sul lavoro.
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