di ROSITA SPINOZZI –
La poesia si nasconde silenziosa in ogni angolo della nostra quotidianità, ma la maggior parte delle persone va troppo di fretta per accorgersene. La spirale della vita e il suo caotico mutare prendono il sopravvento e, voltando le spalle al tempo, spesso si finisce per sopravvivere anziché vivere e repirare a pieni polmoni quella parte di bellezza incontaminata che l’esistenza ancora è in grado di offrirci e che la fretta spesso ci impedisce di vedere. Eva Maria Capriotti è stata davvero una piacevole scoperta a riguardo, perchè sono bastate poche parole per comprendere che questa luminosa donna è, perfettamente e consapevolmente, in grado di “scardinare” il “paradigma” sopra citato. In termini concreti a parlare è il suo libro di poesie, frasi e aforismi “Perle d’opale” (Costa Edizioni) che un pomeriggio del mese scorso mi ha donato insieme al sorriso sincero tipico di chi è in pace con se stesso. Felicemente sposata e madre di cinque figli, Eva è una giovane donna che lavora in un’agenzia immobiliare: il tempo per lei dovrebbe essere tiranno, invece no. Perché Eva riesce non solo gestirlo, ma anche a coltivare la straordinaria capacità di “fermarlo” gli attimi necessari per non perdere la giusta connessione con tutto il bello che ci circonda. E fa bene, perché questa “abitudine” l’ha trasformata in poesia. E ben venga quella poesia che nutre l’anima ed è dispensatrice di buoni sentimenti in un periodo in cui l’abisso esistenziale sembra inghiottire sempre più persone.
Verità, armonia e pace sono i cardini principali attraverso i quali si sviluppa la poetica di Eva che, in un giorno qualunque, si è soffermata ad osservare una pianta scorgendo bacche meravigliose simili a perle d’opale. Perché la bellezza arriva inaspettata e, soprattutto, si “nasconde” nei luoghi più insoliti. Eva accoglie questo grido universale e non si limita soltanto a farlo suo, vuole condividerlo con tutti noi, renderci partecipi attraverso le sue parole di quanto possa essere straordinaria la quotidianità se percepita con occhi diversi. Apriamoci al bello, dunque. Un messaggio tanto semplice quanto “rivoluzionario”. Ed è proprio questa la vera forza delle sue poesie, splendide come piccole perle di una collana che tutti dovremmo avere il desiderio di indossare. La poetica di Eva tende al bello e non ama le vie di mezzo, è vasta e generosa, ben delineata, caratterizzata da un sapiente uso della parola. Eva fugge nei suoi versi l’apatia, sa dosare bene l’ironia, considera il vittimismo una piaga ed è “graffiante” al punto giusto (“Non porto rancore, solo perché ho scarsa memoria”). Del resto il suo duplice nome, Eva Maria, racchiude una dicotomia importante rievocatrice di ribellione e fede. In altre parole nomen omen, come ha scritto giustamente un suo insegnante in un intenso testo critico.
Eva poi è adorabile quando scrive che non potrebbe mai fare a meno “del sole, dell’estate, di una penna, delle vostre risate”. Eva e la sua poesia sono come musica: si depositano lievi nei nostri cuori per ricordarci che la semplicità è la vera chiave di lettura per proseguire in pace il nostro cammino. E per “semplicità” non s’intende affatto sminuire il suo eccellente operato, tutt’altro. La poetica di Eva ha un grande spessore culturale. Durante il nostro incontro si è raccontata in punta di piedi, con umiltà, quasi stupita dallo straordinario successo di pubblico e critica con cui è stato accolto il suo libro. In molti hanno scritto di lei, in primis la giornalista Tiziana Capocasa che ha curato la splendida prefazione di “Perle d’opale”, dandomi poi l’opportunità di conoscere personalmente Eva. Così ho letto con attenzione ogni sua poesia, l’ho metabolizzata, respirata, percepita. Ho lasciato passare un po’ di tempo. E mi sono accorta che oggi mentre scrivo, i versi di Eva danzano tutti allegramente nella mia mente, lontani dal caos, procurandomi una piacevole sensazione di benessere.
Pertanto non stupisce affatto che, dopo la presentazione al Kursaal, Eva Maria Capriotti sia stata invitata a tenere incontri nelle scuole, a partire dalle classi quinte della primaria. Una scelta intelligente, perché oggi più che mai i giovani hanno bisogno di essere educati al bello, di avvicinarsi alla poesia e spontaneamente coltivarla. Così come fa Eva, che onore al merito, ha dato una nuova luce alla poesia con il suo talento, la luminosa bellezza della sua anima, il suo entusiasmo creativo. Sono le persone così che contribuiscono a rendere migliore il mondo.
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