“L’arte della buona battaglia”, incontro con Mario Vespasiani a Colli del Tronto

di REDAZIONE –

COLLI DEL TRONTO – Tra i grandi appuntamenti culturali di questo inizio anno, di un certo rilievo è l’incontro che si terrà martedì 28 febbraio alle ore 18.30, negli spazi di Salaria 259 a Colli del Tronto con Mario Vespasiani, artista visivo che si è sempre distinto per una raffinata ricerca pittorica, ma anche per essere tra i pochi ad aver sviluppato un impianto teorico e di interpretazione del quotidiano, di estrema lucidità. La serata sarà accompagnata dal violinista Matteo Maria Mariani, dal chitarrista Leonardo Pignotti e seguita da un momento conviviale. Vespasiani, nonostante sia appena quarantenne, è ritenuto uno di quelli in grado di cogliere e addirittura anticipare alcuni tratti fondamentali del nostro tempo, difatti le sue mostre hanno assunto non di rado un carattere profetico, soprattutto se pensiamo a quelle immediatamente precedenti l’emergenza sanitaria, che hanno lasciato degli spunti di riflessione incontrovertibili.

Partendo da Underworld in cui ha trattato il tema dell’inconscio, invitava a scendere nelle profondità interiori per non farsi disorientare dalle apparenze e dalle paure, che come pesci fluttuanti appaiono nella metafora di creature degli abissi marini. Seguita dalla mostra nella villa del Palladio, nel vicentino, dal titolo Il tempo dei trentasei giusti  in cui parlava dell’importanza di pochi uomini integri – rappresentati da uccelli che vigilano circondati dall’oscurità – che di fronte alle ipnosi di massa, si prestano a difendere i valori fondamentali. Nell’emblematica mostra di fine 2019, con opere che sfioravano i dieci metri di lunghezza, tenutasi al museo Michetti dal titolo Eschatology, approfondiva il senso del destino ultimo dell’uomo, in riferimento ad un’imminente fase di evoluzione di coscienza. E di recente l’uscita del libro dal titolo A Gentleman in the Word of Art non ha fatto che confermare l’ampiezza della sua visione: nel volume di quasi 500 pagine, puntualizza la sua percezione del mondo su più livelli e l’importanza che le arti visive abbiano nel decifrare gli eventi passati, quelli attuali e per certi versi quelli futuri.

Vespasiani è convinto che stiamo vivendo un’accelerazione energetica come poche nella storia, che mira ad innalzare il livello di coscienza collettiva su un piano più sottile e non si può escludere che l’apertura dell’uomo a tale luce interiore non consenta di accedere ad una memoria ancestrale, dell’anima, come del divino. Per Vespasiani si tratta allora di recuperare delle informazioni che si sono perse o dimenticate con la nascita, in quanto individui condizionati dalla società a dirigere tutti i sensi e le attenzioni verso l’esterno. Si potrebbe trattare perfino di scorgere il vero significato della nostra comparsa, quali anime immortali in un corpo finito.  Nella ricerca di Vespasiani sono fondamentali i concetti di colore e luce, proprio perché con gli uni descrive la condizione terrestre e con l’altra quella eterna, che insieme devono giungere ad una meta unitaria, non più duale e contrastante, ma vibrante ed armonica.

Attraverso l’arte Vespasiani ritiene che sia possibile mostrare visivamente come la coscienza individuale sia sempre più collegata a quella planetaria e i sentimenti del piccolo si riflettano nel macrocosmo, fino a cogliere la piena consapevolezza della propria missione. A tale ragione la conferenza si annuncia imperdibile, in quanto non farà altro che introdurre a questo approccio originale, dalla descrizione del quadro a quella del presente, mediante un linguaggio simbolico, in un’ottica in cui lo spettatore non riveste più il ruolo di passivo ascoltatore, quanto di interprete consapevole, che attraversa non solo lo spazio pittorico, da cui partirà la narrazione, ma anche quello contingente a poi spirituale.

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