di AMERICO MARCONI –
La Mesopotamia è quella regione storico-geografica dell’Asia centrale compresa tra i corsi dei fiumi Tigri ed Eufrate, attualmente appartenente all’Iraq e alla Siria. Mesopotamia significa paese tra i fiumi, regione molto fertile ma soggetta a grandi inondazioni. Una delle prime popolazioni a giungere nella zona furono gli Accadi, di origine semitica; poi giunsero i Sumeri. Ognuno portava la propria cultura e parlava la propria lingua: quella degli Accadi, l’accadico, una lingua del ceppo semitico e quella dei Sumeri, il sumerico, una lingua agglutinante. Fin dalla prima metà del IV millennio a.C. costituirono una civiltà originale, ricca, raffinata e complessa che culminò nel III millennio a.C. con la scoperta della scrittura. Si ritiene che furono i Sumeri a inventare la scrittura. Eppure gli stessi furono assorbiti dagli Accadi, etnicamente più vigorosi e numerosi oltre che militarmente agguerriti con a capo il re Sargon (nel 2370 a.C.). Fino a che la lingua ufficiale rimase l’accadico e, come accadde per secoli con il latino, anche se lingua non più parlata il sumerico restò come lingua liturgica, letteraria e dotta.
È in questo periodo che visse Enheduanna, figlia del re Sargon detto il Grande. Suo padre la nominò sacerdotessa del tempio del dio Nanna nella città di Ur. Una delle città stato con a capo simbolicamente una divinità. L’immagine di Enheduanna, arriva a noi attraverso un piccolo disco votivo in calcite rinvenuto a Ur, dove la donna è rappresentata cinta di una benda accanto a tre altre figure (lei è la terza da destra). Davanti a un altare e a un edificio che, molto probabilmente, è una ziqqurat, la torre a gradoni mesopotamica: il tempio per eccellenza. Il nome Enheduanna era totalmente sconosciuto sino al 1927. Anno in cui l’archeologo Sir Leonard Willey trovò degli oggetti che portavano il suo nome. Nella lingua sumera Enheduanna vuol dire Ornamento del paradiso ed era una sacerdotessa di alto rango della divinità lunare maschile Nanna (in sumerico)/Sin (in accadico). La luna, divinità maschile, preposta agli aspetti razionali come il calcolo del tempo e l’influsso sull’agricoltura. La mezzaluna assomiglia alle corna e Sin fu paragonato a un giovane toro, la cui forza aumenta durante il mese. L’eclissi è il segno più temibile di Sin che preannuncia catastrofi.
Enheduanna compose 42 inni per altrettanti templi e tre poemi che vengono considerati di fondamentale importanza nella storia letteraria della Mesopotamia. Gli inni che scrisse sono stati trascritti e copiati per centinaia di anni dopo la sua morte. Alcuni possono essere ancora letti sulle tavolette di argilla, che venivano incise con la scrittura cuneiforme, esposti nei musei di tutto il mondo. Perciò Enheduanna, che scriveva in sumero e parlava l’accadico, può essere considerata la prima poetessa della storia. In alcuni versi che provengono dal poema L’esaltazione di Inanna, dea dell’amore e della guerra, descrive il processo creativo:
«Ho dato vita, o amata Dea, a questa canzone per te. Quanto ho recitato per te a mezzanotte il cantore lo può ripetere a mezzogiorno». E in conclusione l’autrice afferma: «Chi ha scritto questa tavoletta è Enheduanna. O mia Signora, quanto è stato qui creato non è mai stato creato prima».
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