di ROSITA SPINOZZI –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mancano poche ore alla prima dello spettacolo “Ardiente Paciencia – La mia vita con Pablo Neruda”, scritto e diretto da Francesco Tranquilli, che questa sera, martedì 21 marzo alle ore 21, vedrà in scena al Teatro Concordia la bravissima attrice Valentina Pacetti. A lei l’onore e l’onere di interpretare Matilde Urrutia, terza moglie e musa per più di vent’anni del grande poeta cileno Pablo Neruda. Una presenza molto importante nella vita di un uomo che, con grande forza evocativa, ha saputo cantare l’amore, i diritti civili, il progresso, la libertà del popolo. Una compagna di viaggio intelligente e sensibile, una mente aperta e pronta ad accettare il “peso” di un amore così totale e coinvolgente. Con tutte le sue battaglie interiori e non solo. Francesco ed io, parlandone, ci siamo immedesimati nella personalità di Matilde, abbiamo provato ad immaginare la sua vita con Neruda e cosa avrebbe potuto dire ai posteri. L’abbiamo fatto con stima e umiltà. Le “interviste impossibili” ci sono sempre piaciute, così come ci piace Matilde con quell’ardiente paciencia che ha saputo fare anche sua. Ecco il risultato.
Piacere di conoscerla, Matilde. Possiamo darci del tu?
Claro que sí.
Poterti parlare è un’occasione veramente straordinaria. Da dove torni, esattamente?
Esattamente non lo so. So che molti credono che dall’”altra parte” ci siano tutte le risposte. Ma a volte ci sono cose irrisolte che ci siamo lasciate indietro, e abbiamo voglia di tornare a chiarirle. Vi ringrazio per l’opportunità.
Chi è stato per te Neruda?
É stato un marito, un amante, un padre e in fondo anche un figlio. Non credevo, da ragazza, che si potesse essere amate come lui ha amato me, pensavo fossero illusioni da bambine viziate. Invece lui mi ha dimostrato che mi sbagliavo. Anche dopo la sua morte, la sua assenza mi ha riempito la vita. In un suo sonetto, uno dei cento scritti per me, lui dice “è una casa così grande, l’assenza, che ci entrerai attraverso le pareti, e appenderai i ritratti sopra l’aria”.
E tu per lui?
Tutto quello che ho potuto. Spero che gli sia bastato.
Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna?
Si dice sempre così ma, in realtà, non capisco il significato di questa frase. Un uomo non può forse essere grande senza una donna, o la grandezza di una donna consiste solo nel sostenere e accudire il suo uomo? Pablo certamente era un uomo: aveva coraggio, sensibilità, intelligenza, allegria, amore. E ha scelto me come io ho scelto lui. Non credo si sia mai pentito di questa scelta. Io certamente no.
Vuoi confidarci in esclusiva qualcosa che non ci dici nel tuo monologo?
Intanto nel monologo non parlo io in persona, ma per voce di un’attrice bravissima, Valentina Pacetti. Lei è riuscita a restituire alle mie parole l’emozione che la carta, e il tempo, avevano asciugato. Non mi vedrete sul palco: me ne starò nascosta invisibile fra le quinte. Sarò presente, pur sembrando assente. É bello avere persone che ti comprendono così a fondo. Conoscere Pablo è stato un grande regalo della vita. Sentire la mia vita raccontata con tanta partecipazione è un regalo quasi altrettanto bello. Se potessi, mi commuoverei. Ma sono oltre le emozioni umane, io. Fatelo voi per me.
Copyright©2023 Il Graffio, riproduzione riservata