di ROSITA SPINOZZI –
Di anni ne compie ottantaquattro, ma in realtà “Via col vento” è un film senza età che ancora oggi ha molto da dire. A partire dalle sue frasi celebri – “Dopo tutto, domani è un altro giorno”, pronunciata da una fiduciosa Rossella O’Hara, e “Francamente me ne infischio” con la quale un esasperato Rhett Butler le dà il benservito – metafore di vita che hanno contribuito a rendere immortale il film più visto della storia, ispirato dal libro omonimo di Margaret Mitchell e uscito il 15 dicembre 1939 negli Stati Uniti, nonchè vincitore di otto Oscar. Uno dei quali è giustamente andato all’indimenticabile Hattie McDaniel, in qualità di migliore attrice non protagonista nei panni di Mami, schiava degli O’Hara e nutrice di Rossella: per la prima volta nella storia del cinema, una donna afroamericana è riuscita ad aggiudicarsi l’ambita statuetta. A distanza di tanti anni, continuiamo ad esserne felici perchè il personaggio di Mami, uno dei più amati del film, è stato interpretato alla perfezione. Ma il “dietro le quinte di una leggenda”, non finisce qui perché sono davvero molti gli aneddoti che ruotano intorno a “Via col vento”, contribuendo così ad alimentare sempre più la sua fama e facendosi beffe del tempo che passa. Con buona pace dei suoi – pochissimi – “detrattori” (oggi va piuttosto di “moda” esserlo per tutto ciò che è cult).
Perché passano le mode, e pure i film, ma “Via col vento” resta ed è sempre in grado di coinvolgere ed emozionare un pubblico di tutte le età. Piace ai nostalgici, piace agli adulti e piace persino alle nuove generazioni che restano affascinate dal carattere ribelle e determinato di Rossella e, soprattutto dalla sua personale evoluzione nel corso degli eventi che la vedranno soffrire, cadere per poi rialzarsi con invidiabile determinazione ad ogni colpo infertole dal destino. E sono parecchi. Piacciono persino i suoi capricci e il suo broncio, soprattutto quando lasceranno spazio ai sentimenti e alla sua sconfinata voglia di vivere. Nonostante tutto e tutti. Rossella è una femminista ante litteram che fa di tutto – e di più – per preservare le sue radici: la terra rossa di Tara, non esiste per lei amore più grande. S’incapriccia di Ashley al limite dell’ossessione, tanto da non riconoscere l’unico uomo che può renderla veramente felice. Un “diavolo di donna”, per descriverla alla maniera di quell’adorabile “faccia da schiaffi” di Rhett Butler. Impossibile dargli torto. E impossibile non amarlo con quel sorriso spaccone dipinto sul volto, quella sua filosofia di vita un po’ sfacciata e sempre sopra le righe, la sua libertà contrapposta al senso del dovere.
Leggendario il suo liberatorio “francamente me ne infischio”, che sarebbe davvero opportuno adottare in alcuni frangenti delle nostre vite diventate ormai troppo frenetiche e, soprattutto, troppo social. Francamente, però non se ne sarà potuto infischiare il suo collega Gary Cooper. A lui, infatti, venne inizialmente proposta la parte di Rhett. Ma Cooper la rifiutò perché pensava a questo film come al più colossale fallimento della storia del cinema, tanto da dichiarare: «“Via col vento” sta per diventare il più grande flop della storia del cinema, e sarà Clark Gable a perderci la faccia, non Gary Cooper». Un errore clamoroso e imperdonabile quello di Cooper che, seppur bravo interprete di molti film, non è mai entrato nel mito come invece è accaduto a Clark Gable che, nell’immaginario collettivo, ancora oggi incarna a perfezione l’ideale di simpatica canaglia che tutti vorremmo aver conosciuto almeno una volta nella vita.
E che dire dell’incantevole Vivien Leigh? Una perfetta Rossella O’Hara, di certo molto più avvenente della Rossella descritta da Margaret Mitchell nel suo romanzo, ma di certo anche la migliore tra le 1400 attrici provenienti da tutta l’America che si presentarono per conquistare l’ambito ruolo. Soltanto 31 di queste riuscirono ad arrivare agli screen test. Tra le candidate c’erano Miriam Hopkins, Paulette Goddard, Jean Bennett, Joan Crawford, Bette Davis, Katharine Hepburn, tanto per citare le più famose. La preferita della Mitchell era Miriam Hopkins, che però non venne scelta perché per i produttori era troppo “anziana” per il ruolo. Vivien Leigh mise tutti d’accordo con un provino strepitoso ed uno sguardo a cui è davvero impossibile resistere.
Il resto è storia, o meglio, leggenda. Di aneddoti da raccontare ce ne sarebbero a centinaia, ma credo che la cosa migliore sia quella di rivedere il film che, a mio avviso, con lo scorrere del tempo viene sempre percepito con una maggiore consapevolezza. Personalmente non saprei dirvi quante volte l’ho visto – e rivisto – nel corso degli anni, ma so bene che ogni volta ho sempre trovato nuovi spunti di riflessione. Non è un caso infatti che ad Atlanta, nella sala numero 6 del cinema CNN6 Centre, dal 1939 ogni giorno viene proietto “Via col vento”. Ben due volte al giorno.
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