“Dardust allo specchio”, l’artista marchigiano ospite al Salone del Libro di Torino

di REDAZIONE –

TORINO – Protagonista di un evento “fuori stand” al Salone del Libro di Torino, organizzato in collaborazione con l’assessorato alla Cultura della Regione Marche, l’artista marchigiano (originario di Ascoli Piceno) di respiro internazionale Dardust, al secolo Dario Faini, è stato ospite dello stand istituzionale, accolto dall’assessore Chiara Biondi. «Arrivo adesso da Londra e anche se siamo a Torino, qui nello stand mi sento a casa e questo mi fa piacere» ha esordito l’artista. Pianista tra i più ascoltati al mondo dalle nuove generazioni, autore e produttore d’eccezione, ha firmato numerosi grandi successi italiani. La sua musica ha accompagnato eventi di richiamo internazionale. «Il mio ultimo tour Duality è qualcosa che mi rende orgoglioso perché mi ha permesso di girare l’Italia e all’estero – ha risposto Dardust alle domande dei giornalisti presenti – Ripartiamo a breve da Rimini, poi andremo a Brescia e gireremo l’Italia. Andremo in luoghi in cui non sono mai stato. Duality è uno spettacolo sicuramente coraggioso, nuovo e innovativo. Mi piace che la gente abbia risposto bene».  Per quanto riguarda i progetti futuri, “ci saranno due date più grandi a dicembre e spero di uscire presto con un nuovo album perché ci sto già lavorando”, ha detto l’artista. Nelle Marche arriverà molto presto perché il 9 giugno ci sarà, ad Ascoli Piceno, in Piazza del Popolo, la 24a edizione del Memorial Troiani: evento a scopo benefico organizzato dalla sezione ascolana dell’A.I.L. (Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma) “che vedrà ospiti d’eccezione, tra cui Lazza”, ha confermato Dardust. Sollecitato sempre dalle domande rivolte, ha poi evidenziato come le musica “vada velocissima, cambia di stagione in stagione, di mese in mese. L’importante per noi creativi e per gli artisti è di non assecondare le mode e i numeri, ma di esprimerci in maniera libera e con coraggio sempre. Poi deciderà il pubblico. La rete ha reso tutto più democratico e ha allargato le potenzialità di tanti artisti e creativi. Prima il percorso era obbligato, bisognava entrare nel sistema discografico; la rete ha permesso di emergere senza dover entrare nel sistema e di esprimersi in maniera naturale. La mia ambizione è di fare sempre cose che abbiano un’estetica alta, che siano coraggiose e spezzino le regole, portando un po’ di innovazione. È sempre quello che faccio per me e lavorando con gli artisti”.

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