di REDAZIONE –
TORINO – «Oggi ridiamo la vita a Bartolini, ben oltre l’effimera fugacità della fama». Un Vittorio Sgarbi particolarmente entusiasta ha presentato, alla Fiera del libro di Torino, le celebrazioni per il 60° della morte di Luigi Bartolini. Arista poliedrico, scrittore, poeta e incisore, ha avuto un’intensa attività espositiva, in particolare grafica, nelle città di tutta Italia e nelle manifestazioni più prestigiose. Nato a Cupramontana nel 1892 e morto a Roma nel 1963, è considerato, insieme a Giorgio Morandi e Giuseppe Viviani, tra i maggiori incisori italiani del Novecento. È l’autore del romanzo “Ladri di biciclette”, pubblicato nel 1946 che ha offerto, a Vittorio De Sica, lo spunto iniziale per l’omonimo film del 1948. A cavallo tra il 2023 e il 2024 saranno realizzate iniziative (mostre, convegni e incontri) nei principali luoghi marchigiani legati all’artista (Cupramontana, Macerata, Urbino, Osimo, Camerino), con capofila il Comune di Macerata.
Presso lo stand della Regione Marche il sottosegretario di Stato alla Cultura, l’assessore regionale alla Cultura Chiara Biondi, Daniela Tisi (dirigente settore Beni culturali della Regione Marche), hanno presentato le celebrazioni programmate. «Questo anniversario è l’occasione per riscoprire l’artista dimenticato – ha esordito Sgarbi – Artista di grandi capacità individuali e di grandi verità interiori. Un artista può anche giocare, fingere, prendere in giro. Bartolini era autentico nel modo più profondo della parola. L’arte per lui era un diario, le incisioni erano un racconto dei suoi umori e malumori quotidiani. Aveva il privilegio di stare in una regione perfetta che sono le Marche. Una regione che non ha né la volontà di andare verso il futuro, né quella di essere travolta da un passato. È una regione di persone industriose ma salvate da una falsa modernità».
Sgarbi ha poi evidenziato come Bartolini sia stato “capace di essere avanguardista vicino ai futuristi, senza essere futurista. Sa essere niente altro che sé stesso. Un uomo libero, e l’arte è libertà, capacità di dire quello che si sente nel modo più autentico. Tutto questo sarà la scoperta di Bartolini: un autore che ci assomiglia e dà senso a l’arte che è un’espressione di liberazione dal male, dalla violenza, dal conformismo”. Un bagno di folla ha accompagnato il sottosegretario nella visita che ha poi effettuato lungo lo stand della Regione, incuriosito dai libri proposti al grande pubblico. Ha chiuso il suo intervento con una considerazione, legata ai luoghi delle celebrazioni di Bartolini: «Camerino, Urbino e Macerata hanno musei bellissimi, non frequentati come quelli fiorentini, ma ancora più belli».
Copyright©2023 Il Graffio, riproduzione riservata