Ma cos’è questa “Crisis”

di PIER GIORGIO CAMAIONI (PGC)

Crisis – Ultimo Avviso “Rassegna di manifesti di designer internazionali sui temi ambientali”. San Benedetto del Tronto, Spazi ex Cinema delle Palme, dal 6 maggio al 31 luglio 2023 –

Quando nel 1933 Rodolfo De Angelis (attore, pittore, poeta, primo cantautore italiano) compose “Ma cos’è questa crisi” (senza la “s”), canzoncina di successo che, nella triste incertezza economica dei tempi, suggeriva con ironia qualche soluzione per uscirne: Lasci stare il gavazzare/ cerchi di lavorare e vedrà…/ che la crisi passerà! /   Cavi fuori il portafogli/  metta in giro i grossi fogli e vedrà…/che la crisi finirà!
non immaginava, pur da simpatizzante futurista, che 90 anni dopo saremmo precipitati in un’altra crisi ambientale e mondiale ben più tosta, quasi irreversibile.

Ma cos’è questa crisi – ovvero Mais quelle crise?… e fu tradotta in svariate lingue – pare scritta oggi da un rapper (forse un po’ nostalgico) che però dell’orecchiabile motivetto dovrebbe drammatizzare parecchio il testo.

Però se il nostro ipotetico rapper visitasse questa “Rassegna di manifesti di designer internazionali sui temi ambientali” della mostra CRISIS, troverebbe il lavoro sui testi già fatto e ad alto livello. Anche se ogni manifesto ha poche parole o in qualche caso non ne ha affatto, la potenza della grafica è come musica drammatica e i colori, le immagini, le ombre gridano un’urgenza che scotta, mentre equilibrio ed essenzialità del quadro aprono a qualche speranza.

Efficace e sconvolgente, questa (faticata) mostra vale più di innumerevoli conferenze. I messaggi che si muovono dai 100 manifesti, dal primo  all’ultimo, dicono “cosa sono queste CRISIS”, spiegano come le crisi siano tante e al tempo stesso una sola, la crisi di un’umanità che ha smarrito se stessa; e incitano a darsi una mossa, forse si è ancora in tempo: è l’ULTIMO AVVISO.  

Ma noi oggi, in questo presente triste e confuso sappiamo guardare solo all’economia che scricchiola – come nella canzonetta del 1933 – e ci accontentiamo di cantare come inconsapevoli cicale ammaestrate.

E… Quando l’umanità non sarà più umana?  (Matteo Trevisani, LA LETTURA n°602)

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