di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nasce sabato 29 luglio a San Benedetto “Rivela”, uno spazio d’arte indipendente venuto alla luce a Civitella del Tronto e che adesso trova luogo a San Benedetto, in via Marsala, 99. Grazie al sostegno economico dell’ex imprenditore Enni Castelletti, gli artisti Liz Castelletti e Stefano Iampieri, entrambi laureati all’Accademia delle Belle Arti di Macerata e guidati da Massimiliano Verdino e dalla direttrice della stessa Accademia, Rossella Ghezzi, possono dar vita alla realizzazione di un luogo dove l’arte trova spazio in tutte le sue forme. «Vorremmo diventare per San Benedetto – hanno detto i due artisti – un piccolo luogo innovativo dove convergano diverse personalità in grado di alimentare positivamente un paese che può migliorare ancora attraverso perni importanti come quelli dell’artigianato e dell’arte».
Ad inaugurare lo Spazio d’arte “Rivela”, sarà la mostra d’arte contemporanea “Marginalità”, a cura di Katia Stefanucci e Massimiliano Verdino. In questa mostra saranno presentati gli artisti Ardo, Liz Castelletti, Stefano Iampieri, Urban Kofa, Sara Cerquetti, Antonio De Marini, Alessandra Morosetti, Marta Santone, Daniele Guerrieri e Massimiliano Verdino. Rappresentare le marginalità in termini di forme artistiche è l’obiettivo che si sono posti i galleristi di Spazio d’Arte Rivela, Liz Castelletti e Stefano Iampieri, artisti loro stessi, protagonisti con le loro opere in questo progetto. La loro ambizione è quella di consegnare, a chi farà questa esperienza, una selezione curatissima di opere di artisti affermati insieme a personalità emergenti del mondo dell’arte contemporanea. La chiusura di un ideale cerchio allievo-maestro, che vorremmo non finisse mai, ma che presuppone un superamento ideologico necessario alla maturazione artistica definitiva delle nuove generazioni.
Comincia così questa nuova storia dal nome Spazio d’Arte Rivela, una porta per chiunque voglia indagare, attraverso l’arte e scoprire un mondo, quello creativo, in cui il margine è indispensabile. D’altronde il termine “rivela” ha nella sua cornice semantica un atto, quello di togliere il velo, di svelare e rivelare. L’apparizione che si presenterà a chi guarderà questo dis-velamento, sarà una vera e propria epifania, un invito all’avventura in senso barthesiano, un’attrazione estetica che diventa esperienza cognitiva. Quel viaggio che inizia quando l’artista si ex-pone, quando esce dalla sua caverna platonica ed espone al mondo tutto quello che nasce dalla introspezione personale, dalla osservazione dell’altro, dalla metabolizzazione mai definitiva che diviene idea creativa, da condividere.
È ciò che accade quando tutto ciò che è fuori di noi penetra, tramite osmosi artistica, nel nostro interno, da quel limen che è la superficie permeabile corporea, linea di confine che aspetta solo di essere attraversata per trasformare l’esperienza sensoriale in qualcosa di trascendentale: arte che aspira al sublime. La marginalità diviene così liminarità che preannuncia la crisi: proprio come nell’accezione etimologica greca, una fine che diviene principio. Un principio che presuppone una scelta, una decisione, una cesura, un salto verso la libertà: che è viaggio interiore e separazione primigenia, da tutto ciò che è individuale, per raggiungere un ideale di comunione spirituale con l’altro.
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