Rémmaja’, le sculture e installazioni di Giorgio Baldoni in mostra a San Benedetto del Tronto

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sabato 5 agosto alle ore 19, presso la Torre dei Gualtieri e Palazzo Piacentini, verrà inaugurata Rémmaja’ l’esposizione di sculture e installazioni dell’artista contemporaneo Giorgio Baldoni con l’intervento dei critici e l’esibizione della danzatrice/performer Fabrizia Limone. L’evento è promosso da Endeca Agitatore Culturale, curato da Rosalba Rossi e patrocinato dal Comune di San Benedetto del Tronto e dall’Associazione Culturale Amici del Paese Alto. La Torre dei Gualtieri sarà aperta tutti i giorni dalle ore 21 alle 23, mentre Palazzo Piacentini resterà aperto dal martedì alla domenica, dalle 17 alle 23. Ingresso libero. La mostra è visitabile fino al 5 settembre 2023. L’esposizione propone una serie di sculture ed installazioni dell’artista marchigiano Giorgio Baldoni, facenti capo al ciclo Change.

La mostra, dal titolo Rémmaja’ (in dialetto locale “rimagliare”), vuole coniugare la tradizione delle civiltà locali (in particolare quella marinara adriatica) con i linguaggi dell’arte contemporanea e lo fa attraverso l’esposizione di opere in cui non si può non riconoscere la vita della gente dell’Adriatico, le sue attività tradizionali, la pesca, i mestieri di costa e di mare. Le installazioni di Giorgio Baldoni ci ricordano un passato fatto di sacrifici e fatica, tempeste e bonacce, un presente di approdi e naufragi, vite intrise di diaspore e lutti. Le opere e le installazioni, create con tecnica mista, con carta, corde di canapa e di juta, reti da pesca, ci parlano di relazione e solitudine, di comunità e di individuo, c’è l’eco di voci perse e ritrovate, un invito a guardare il mondo e la società con occhi antichi e diversi. Un invito a rimbastire connessioni, rapporti, affinché ciascun individuo non si senta escluso da quel tessuto vivente ma rappresenti, nell’unicità del suo essere, una maglia da rémmaja’, un filo che non penzoli isolato ma sia ricongiunto alla compattezza dell’insieme.

Il progetto Rémmaja’ con il lavoro artistico di Giorgio Baldoni mette in atto e rende prossimo il concetto stesso di ecosistemi che devono essere pensati come reti di interazione al cui interno ogni essere vivente si evolve insieme agli altri. Negli ultimi anni diverse calamità hanno intaccato la resistenza di questi legami e ora si manifesta il desiderio e la necessità di rinforzare, saldare e, se necessario, rintegrare interconnessioni volte a focalizzare il nostro essere meno sull’individualità e più sulla reciprocità, così da ipotizzare uno sviluppo condiviso del nostro quotidiano. Il frutto di questo cambio di prospettiva è, oltre che un atto artistico, anche una forma di nuova solidarietà tra gli esseri umani e il pianeta con sue innumerevoli, a volte insondabili, forme di vita. Remmajà è un atto di riparazione, un gesto di conservazione e protezione volto a non nascondere le cicatrici di un passato doloroso ma a trasformarle di punti di forza.

L’ARTISTA – Giorgio Baldoni nasce a Sant’Elpidio a Mare nelle Marche dove vive e lavora. Consegue la laurea in Scienze della Mediazione Linguistica presso l’Università di Macerata e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Macerata si laurea con lode in Pittura con il Prof. Andrea Chiesi e nel biennio specialistico di Scultura e Nuove Tecnologie del Contemporaneo. È cofondatore dell’Associazione Onlus Controluce e autore di poesie e racconti, nel 2010 pubblica il libro per ragazzi “Il Principe del Tempo”. Crea le sue opere con tecnica mista e carta su pannello in legno ed olio su tela, sculture in carta e bronzo con soggetti astratti e figurativi, incisioni, fotografia, video, digital-art e performance.

Nelle sue espressioni artistiche, poetiche, narrative e di matrice antropologica, gli aspetti del vissuto o del paesaggio esteriore cercano corrispondenze continue con l’animo umano e con la storia. L’autore si sofferma a parlare di spazi interiori e luoghi dell’anima per trascinarli dentro l’unicità dei ricordi e dei sentimenti, aprendo e percorrendo profonde tematiche personali ma anche sociali, inseguendo con spirito ambientalistico ambiti di sostenibilità e di coesione.

Con impasti di materia e colore, attraverso la pittura o la scultura, l’artista punta a rappresentare la densità delle emozioni, la mutevolezza dell’essere, la sospensione del tempo e la sua concretizzazione nella vita, nella realtà oggettuale delle cose.
I diversi linguaggi di volta in volta utilizzati – scultura, pittura, fotografia etc. – astratti o figurativi, sono tesi a misurarsi con lo spazio della ragione e del sentimento, perimetri dentro i quali l’artista si muove per creare forme ed immagini che rappresentano luoghi, ricordi, sogni, pensieri che si vivificano e si fanno materia, luce, colore e poesia.

Nella pittura, i codici espressivi ed i procedimenti tecnici esaltano la densità delle pennellate attraverso tratti di colore definiti da mescole cromatiche spesse e sinuose che rimandano ad una dimensione esistenziale. L’accesa tridimensionalità materica e tattile è aperta alla sperimentazione attraverso contrasti di colori, “schizzi” di amalgama su tavola, linee non ben definite nelle composizioni. La profonda dimensione del colore rappresenta la realtà fenomenica dell’artista, in cui l’inconscio emerge dando forma ai contenuti.

Le immagini autobiografiche e gli autoritratti sono rappresentati in maniera efficace, icastica, emozionale, sovente asciutta e tagliente, vivida e scultorea, ancorati a scenari interiori, spirituali ed onirici. Nella scultura la sua arte è trasposizione dell’io in una materialità fisiognomica ed emotiva in perfetta aderenza con l’impasto cromatico che l’artista manipola con delicatezza e pathos, nell’intento di lasciare traccia del proprio vissuto e con la continua volontà di sconfiggere l’oblio.

Il viaggio interiore dell’artista è vissuto come rottura del tempo e della memoria, attraverso spazi temporali, in bilico tra passato, presente e futuro, che rimandano a testi cari a Baldoni come l’Ulysses di James Joyce e il To the lighthouse di Virginia Woolf o El Perseguidor e Noche boca arriba di Julio Cortázar.

«…Baldoni è contemporaneamente pittore e poeta, così che nelle sua composizioni, tenute spesso in bilico tra astrazione e figurazione, si respira un’aria di una poesia antica: poesia di oggetti, di momenti, di situazioni, di fugaci impressioni rimaste impigliate nella tela dei ricordi e delle memorie inconsce… Quella di Baldoni è dunque una pratica pittorica che recupera frammenti di realtà […] con una sensibilità che pesca dalla grande tradizione informale, e che affonda nel vivo di una tradizione culturale e pittorica che è quella della linea più nervosa e dinamica del secondo Novecento, con le sue scosse visive, le sue ambiguità, la sua incertezza, anche, nel ritrovare l’unità del reale in un solo frammento visivo, e che ama invece giocare con i materiali e le tecniche, con le linee e le forme, senza mai fermarsi su un unico stile, su un unico e immediatamente riconoscibile senso formale..» (Vittorio Sgarbi).

Le sue opere sono state esposte in mostre collettive e personali in Italia, Europa, Asia, più volte selezionate nei vari concorsi d’arte e presenti in Riviste e Cataloghi d’Arte. Da diversi anni è presente come artista selezionato dalla critica, nel CAM Catalogo di Arte Moderna edito da Giorgio Mondadori Editore. Hanno scritto di lui Marino Capretti, Federica Facchini, Loredana Finicelli, Roberta Gaudeni, Nunzio Giustozzi, Paolo Levi, Joan Lluís Montané, Alessandro Nicoletti, Maria Letizia Paiato, Stefania Pasquali, Vittorio Sgarbi, Simonetta Simonetti.

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