di REDAZIONE –
CARASSAI – Gli studenti della Scuola Primaria Battisti di Carassai hanno partecipato ad una lezione con Marche a Rifiuti Zero sulla plastica e sulla tutela del mare dai rifiuti plastici. «Spieghiamo ai bambini che la maggior parte della plastica è monouso, cioè si usa una volta sola e poi si butta, magari abbandonandola, per farla finire in mare: si chiama marine litter. – affermano gli organizzatori – Ma quanto tempo e quante risorse ci sono voluti per costruire quella cannuccia, quella bottiglietta, quella vaschetta, quelle pellicole e quelle buste che avvolgono i prodotti che compriamo? E quanto tempo ci mette la natura a smaltire la plastica? Decine, a volte centinaia di anni, purtroppo… E nel frattempo gli effetti di questi cattivi comportamenti sono tantissimi: alcuni pesci crescono all’interno dei rifiuti plastici e rimangono intrappolati, le tartarughe non distinguono le buste di plastica dalle meduse e le mangiano, alcuni uccelli sono attratti dai colori della plastica e mangiano i tappi delle bottiglie. Allora dobbiamo ridurre l’uso della plastica che non ci serve e fare molta, molta attenzione a non buttarla in mare. Se stiamo attenti a differenziarla bene, può essere riciclata ed avere una nuova vita».
I bambini hanno fatto molti interventi e hanno chiesto dove vanno a finire i materiali differenziati, osservando che basterebbe usare il cervello per proteggere l’ecosistema marino e anche l’uomo. E invece, di tutta la plastica prodotta, solo il 9% viene riciclato, il 19% viene incenerito e quasi il 50% finisce in discarica. Il restante 22% finisce in luoghi non controllati o disperso nell’ambiente. Il sindaco di Carassai, Gianfilippo Michetti, da sempre sostenitore della Strategia Rifiuti Zero, ha informato i bambini che il Comune ha introdotto – oltre ai mastelli per la raccolta differenziata già presenti da tempo – un compattatore per la plastica, per incentivare tutti a non disperderla nell’ambiente. Si tratta di un ulteriore stimolo alle buone pratiche di conferimento per inviare a riciclo i materiali che non ci servono più.
«Mentre facevano un laboratorio per capire cosa c’è veramente nel mare (rifiuti di ogni genere, plastiche, pezzi di reti da pesca) e cosa invece ci dovrebbe essere (pesci, plancton e altri animali marini) una bambina ha disegnato alcune creature marine e un cuore pieno di rifiuti, con tanto di spiegazione: “Perché è con l’amore verso tutti che possiamo salvare le creature marine dall’inquinamento e di conseguenza anche noi stessi”. – continuano gli organizzatori – Un altro bambino ha scritto che basterebbe mettere i rifiuti dentro il cestino e non fuori dal cestino, mentre uno di più piccoli sottolinea quanto sia semplice avere cura dell’altro, eppure a volte non ce la facciamo. Pigrizia e noncuranza verso bellezza, cura e amore. É qui che dobbiamo intervenire, rompere lo scudo della pigrizia e metterci tutti in azione per liberare il mare e le creature marine dai rifiuti e dalla plastica, che li soffocano e li avvelenano. Grazie al sindaco e all’Amministrazione comunale, grazie alle maestre che ci hanno accolto, ma soprattutto grazie ai bambini per le loro conclusioni interessanti e per i lavori bellissimi che abbiamo creato insieme».
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