“Io sono moltitudine”, le frontiere dell’ignoto nell’avvincente thriller storico di Enrica Consorti

Enrica Consorti (opera di Italo Pulcini, foto di Moreno Capomagi)

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

Recensire un libro implica un percorso e una responsabilità. Il percorso è all’interno di un mondo nuovo, quello che scorre tra le righe, tra l’affermato e il non detto, tra l’evidente e ciò che si cela nella profondità dei significati. La responsabilità è nell’esatta misura che si dedica all’attenzione. Un viaggio quindi, che diviene esperienza, con la forza dei simbolismi e i tratti ancestrali. Viaggio ed esperienza sono determinanti in questo caso, in un coinvolgimento sempre più simbiotico e sono, in fondo, i termini essenziali e riassuntivi del romanzo di Enrica Consorti, “Io sono moltitudine”, Youcanprint edizioni. Ce ne rendiamo conto già dalle prime pagine e da frasi come “Un solo piccolo istante di pura follia e di coraggio, ha più potenza generatrice di mille esistenze passate a ragionare”. La storia spazia su piani temporali diversi, che da contrapposti convergono alla complementarietà e alla sovrapposizione, nel vortice di situazioni che comportano la messa in discussione di tutto, per distillare nuove consapevolezze e un riordino filosofale. Va subito detto che la struttura narrativa è immaginifica, scorre in un pathos crescente, con una scrittura puntuale e robusta, che non tradisce e apre a continui scenari che separano e rilegano, dipingendo personaggi, quelli dell’oggi e quelli di un ieri lontano eppur vicinissimo, che sempre di più ci somigliano, in qualche modo, perché siamo tutti moltitudine: sfaccettature dei nostri mondi sottili, le infinite morti dei frammenti di un IO che cerca di ricomporsi rinascendo ogni volta a nuove realtà esperenziali, nella direzione della verità che, anche se non sarà assoluta, tenterà di nobilitare la coscienza.

Francesca, la protagonista del romanzo, giovane avvocato che lavora in uno studio notarile di prestigio a Stresa, viaggia in tutti i sensi, all’esterno e all’interno di sé, nel proprio tempo e in quello di Héloïse, giovanissima e ribelle nobildonna inglese della casata De Nèville, personaggio parallelo che vive nel Medioevo sul finire del ‘200. Tra primi piani e panoramiche, intimismi e fedeli ricostruzioni storiche ricche di minuziosi dettagli, nelle atmosfere di un thriller psicologico, e non solo, il romanzo varca molte soglie. Chi non ha mai avuto, ad esempio, fenomeni di déjà vu con la forte sensazione di rivivere un momento già avvenuto, o di percepire un qualche legame spazio-temporale con altre entità? È successo a molti ma Enrica Consorti va oltre, con Francesca e la sua vicenda personale. Traccia con maestria una strada apparentemente insondabile, raffigura, con la qualità della pittrice quale lei è, oltre che scrittrice, le frontiere dell’ignoto, come quelle del mondo animistico e dei transfer, portando l’oggi dei protagonisti ad incontrarsi con il loro ieri, con l’inevitabile carico – anche devastante – di nuove rivelazioni esistenziali e spirituali, amori e dolori, aspettative e tragedie, nell’umano bisogno di conoscere, ma anche di ricercare quiete ed amore. E forse compassione. Non potendo far cenno alla parte conclusiva, non tanto per non fare spoiler, quanto per non togliere al lettore l’effetto sorpresa, essenziale al piacere della lettura, aggiungo che – come si dice a volte – nulla è come sembra, ovvero l’epilogo è inaspettato e imprevedibile, inducendo alla riflessione, con stupore. Che esista o meno la reincarnazione in senso fisico, c’è di certo quella metafisica, quella Coscienza collettiva dalla quale attingiamo e contemporaneamente riversiamo perché, noi tutti, siamo “moltitudine”.

In sintesi,il testo è scorrevole e di piacevole lettura, emotivamente coinvolgente, passionale ed elegantemente ricercato, mai stereotipato, con un sapiente dosaggio di inventiva e ricostruzione storica del Medioevo inglese. Nella sua veste editoriale, il libro si avvale della prefazione di Domenico Parlamenti, eclettico presidente dell’associazione culturale Alchimie d’Arte, e dell’introduzione della prof.ssa Stefania Pompeo, esperta medievalista che, tra l’altro, descrive magistralmente le peculiarità e le caratteristiche di quel secolo. Degna di nota la copertina realizzata da Italo Pulcini, brillante artista sui generis che è riuscito a rendere in forma grafica una sintesi non facile, con una notevole carica suggestiva.

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