di REDAZIONE –
TORINO – Ad arricchire il programma del Salone del Libro di Torino, venerdì 10 e sabato 11 maggio alle ore 15 alle ore 20, presso lo Stand della Regione Marche al Padiglione 3 sarà presente l’Associazione Agape Caffè Letterari d’Italia e d’Europa, che propone i propri salotti letterari nei più importanti caffè storici Italiani ed Europei, sotto la guida del Presidente Antonio Lera, Presidente Agape Caffè Letterari d’Italia e d’Europa, Medico Psicoterapeuta e Scrittore, che confeziona gli eventi a partire dai propri libri: “Quando i Poeti tacciono, Cuore Neroazzurro – Tra L’Essere e L’Apparire – Il Tempo e La Bellezza”. Interverranno autori, giornalisti, artisti ed esperti del mondo della cultura e del sociale a confrontarsi sui temi della pace e dell’ambiente. Lera, candidato al Nobel per la Letteratura nel 2024, proposto al Premio Strega e recente vincitore del Premio Procida Elsa Morante Poesia in particolare attraverso la sua Poesia definita “portale dell’ecologia della mente”, prescrive ricette di benessere psicofisico, di tolleranza ed integrazione, di difesa dei diritti delle comunità LGBT e più in generale, di gentilezza e di pace. Poesia dunque per alleviare il malessere suscitato dai periodi critici che caratterizzano la vita delle persone. I Caffè Letterari, in una globalità d’intenti e di pace nel pianeta, divengono dunque una sorta di Pronto Soccorso non solo poetico, con versi, opere pittoriche, bastioni contro la perdita del piacere dell’essere e il dilagare della retrocultura dell’Apparire.
E la poesia per Lera diviene declinazione del tempo in chiave prospettica, ossia lavora come un aratro la nostra porzione di superficie terrestre riportando quelle parti sapientemente rivolte del nostro tempo, garantendo fertilità al futuro. Questo dinamismo ci garantisce una qualche forma di libertà e ci assicura il tempo presente, custodendo altresì il passato e la prospettiva del futuro. Come un abito di foglie, la poesia ci avvolge fresca sulla pelle e ci consegna allo stupore ed alla dell’indicibile che viene superato dall’opera stessa, scrittura edificante nel finito del qui ed ora. E la poesia lirica testimonia la vita civile, in quel tremore esistenziale reso da quel navigare del polso e delle dita sul mare dei fogli rispecchiante la presenza dell’arte all’interno delle sovrastrutture e dei conflitti della società moderna capace d’esercitare instabilità e inquietudine su tutta la gente a prescindere da ruoli sociali ed esercizio di potere.
Poesia, insomma ricerca di valori comuni, di ancore di consapevolezza, di raccolte del silenzio che portano conoscenza, vibrano per restare sull’inchiostro versato in successione ritmico-melodica, nella costruzione semantica, che consente di vivere pienamente il “qui ed ora”. Nell’ultima raccolta, “Quando i poeti tacciono” c’è dunque un augurio, affinché non ci sia più bisogno di parole che negoziano periodi di pace, mentre nella precedente, “Tra l’essere e l’apparire” e “Il tempo della bellezza” la forma coincide con la sostanza, ovvero l’essere e l’apparire sono le due facce della stessa medaglia, con energie, aspettative, relazioni umane, interazioni tra le diverse culture e tradizioni non più in bilico ma con una fisionomia sinestesica di piena comprensione e tolleranza reciproca.
«Tacciono dunque i poeti e determinano il silenzio poetico, – spiega Lera – quasi a narrare la meraviglia esistenziale che non si compie mai fino in fondo in qualsiasi corredo stilistico, persino nei più osannati e celebrati interpreti della scrittura poetica proprio perché è nel silenzio, nello spazio bianco che si annida la perfezione dello stupore esistenziale, quell’armonia così profonda, rappresentata in modo particolare dalla Pace reale, non dalla sua idea né tantomeno dalle parole che ne descrivono il senso, conducendo il tempo esistenziale in relazione all’unità della natura umana nella dimensione del Noi, unico possibile approdo alla Gioia solo collettivamente, poiché la felicità individuale è transitoria ed effimera».
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