Recanati, il Centro Studi assegna il Premio Leopardi al filosofo Rümelin

di REDAZIONE –

RECANATI – Un giorno speciale, il 29 giugno, per Recanati ed anche nel 2024 la data è stata celebrata con iniziative di assoluto rilievo a cura del Centro nazionale di studi leopardiani guidato dal presidente Fabio Corvatta con la collaborazione del Comune di Recanati e del Fai Orto sul Colle dell’Infinito. Prima fase delle celebrazioni nell’Aula magna del Comune con il saluto del sindaco appena eletto Emanuele Pepa: «Oggi Recanati si veste di orgoglio e gratitudine e accoglie tutti voi che, con passione e dedizione, contribuite a mantenere viva la memoria e l’opera di Leopardi;è nostro dovere, come comunità, continuare a valorizzare e a diffondere questa eredità, affinché le future generazioni possano trarre ispirazione e insegnamento dalle sue opere». Dal Comune alla Regione con l’assessore regionale alla cultura Chiara Biondi: «La poesia è il nostro punto di forza, faccio i complimenti al Cnsl perché prosegue in questa attività di promozione della poetica leopardiana». A giocare in Casa è Gregorio Leopardi che ha parlato a nome della famiglia: «Possiamo affermare che oggi, grazie all’azione del Cnsl e della famiglia Leopardi, raggiungiamo un traguardo lungo la strada di diffusione e di promozione della figura di Giacomo Leopardi su scala internazionale».

Internazionalizzazione ma senza dimenticare le radici: «Leopardi non sarebbe tale senza Recanati e Recanati non sarebbe Recanati senza Leopardi». Il presidente del Cnsl Fabio Corvatta inizia con il ringraziamento alla contessa Olimpia Leopardi ed aggiunge: «Le celebrazioni nascono con un’Amministrazione e proseguono con un’altra. Grazie all’ex sindaco Antonio Bravi e all’ex assessora Rita Soccio, formulo i migliori auguri al nuovo sindaco Emanuele Pepa e sono certo che la collaborazione con il Comune proseguirà con risultati postivi. Con la Regione poi siamo riusciti a sviluppare tante iniziative. Di nuovo c’è anche il comitato scientifico che si è riunito oggi, abbiamo anche due vescovi (Marconi di Macerata e Dal Cin di Loreto,ndr) e li ringrazio. Presentiamo due progetti significativi che partono da lontano. Uno è quello di salvare gli autografi leopardiani e renderli fruibili con la digitalizzazione. Oggi siamo al completamento di questo percorso che ha usufruito della collaborazione della Biblioteca Nazionale di Napoli, della prof Laura Melosi di Unimc e del dottor Gioele Marozzi di Unimc. Da quest’anno abbiamo pensato che il premio Leopardi dovesse andare oltre quello che finora era avvenuto. Il Premio Leopardi viene oggi assegnato a uno studioso che è un punto di riferimento per la filosofia europea e per chi ha la passione per la politica visto che si tratta di un ex ministro della cultura del governo tedesco».

Il progetto di digitalizzazione dei manoscritti leopardiani è stato illustrato da Gioele Marozzi e da Chiara Aiola. Infine l’altro progetto presentato è quello dell’allestimento museale della sala Franco Foschi del Cnsl ed è stato presentato a cura della dottoressa Federica D’Errico. Fabiana Cacciapuoti, ex direttrice della Nazionale di Napoli e componente del comitato scientifico del Cnsl, spiega la motivazione del premio Leopardi al filosofo tedesco Julian Nida Rümelin: «É il nuovo corso che il Centro studi intende percorrere nell’affidare a uno studioso di rilievo europeo i valori leopardiani, l’umanesimo come cultura libera. La sua opera si avvicina al pensiero leopardiano, alla filosofia politica di Leopardi».

Infine, la lezione in italiano di Julian Nida Rümelin: «É la mia prima volta nelle Marche, conosco bene l’Italia, meno l’italiano. Non so se sono degno di questo premio, le mie ricerche hanno campi comuni con il poeta italiano che vedremo alla fine, Il tema è l’umanesimo nell’intelligenza artificiale. Oggi abbiamo una ideologia e un’economia dell’intelligenza artificiale, si dice che entriamo in una nuova epoca in cui l’umano è sostituito dall’intelligenza artificiale. C’è chi scrive che noi siamo un algoritmo, inventiamo persone. Un legame forse è che anche Leopardi aveva paura delle tecnologie all’inizio dell’industrializzazione, l’umanità era in una situazione in cui c’era paura del futuro ed anche adesso viviamo in un momento tenebroso. Ma è l’uomo il responsabile del futuro, non altri. Ci sono diverse forme di umanesimo che hanno un nucleo comune, l’essere umano non si dissolve nella geologia, ha una connotazione etica. Gli umanisti confidano nella forza della ragione. La libertà umana è il risultato delle capacità che abbiamo. Ogni uomo ha una sua dignità a prescindere dalle religioni, dagli Stati di provenienza. In campo politico si vuole far apparire che non avremmo più bisogno della democrazia tradizionale, vogliono sostituire la democrazia parlamentare, le istituzioni, con le piattaforme (il filosofo cita la piattaforma Rousseau dei pentastellati,ndr) saremmo tutti cittadini politici ma si è visto che non funziona, finisce nel caos. L’umanesimo digitale va contro l’umanesimo, è una simulazione del comportamento umano, non siamo un algoritmo, non è compatibile con la dignità umana, con la libertà. L’uomo resta il solo agente, solo lui è autore della sua vita».

Poi la cerimonia si è spostata all’Orto sul Colle dell’Infinito dove, con la collaborazione del Fai, c’è stato il recital leopardiano che ha visto protagonista l’attrice Laura Marinoni con Andrea Coruzzi a firmare gli intermezzi musicali al pianoforte e alla fisarmonica. Un applauso finale per chiudere le celebrazioni 2024, 226 anni dopo la nascita di Giacomo il 29 giugno 1798.

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