Francavilla Urban Festival, al via la terza edizione del Premio Anna De Luca

Il critico letterario e d'arte Massimo Pasqualone, presidente del Premio Anna De Luca

di REDAZIONE –

Il Premio Anna De Luca, dedicato alla poetessa dialettale francavillese recentemente scomparsa, è presieduto dal critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone –

FRANCAVILLA AL MARE – Nell’ambito del Francavilla Urban Festival, la kermesse culturale ideata e diretta dal critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone, mercoledì 31 luglio alle ore 18.30, nella sede dell’associazione Il Libeccio, presieduta da Ernesto D’Onofrio, si terrà la cerimonia della terza edizione del Premio Anna De Luca, la poetessa dialettale francavillese recentemente scomparsa. Per la sezione dialetto il presidente del Premio, Massimo Pasqualone, ha selezionato Gabriele Ruggieri, Fabio Di Cocco, Franca Mucciante, Maria Loreta Zaino, Assunta Di Cintio, Aurelio Rossi, Loredana Verticelli, Vittorio Pensa, Mario Canci, Pasquale Acconciamessa, Renzo Leonio, Vittorio Maccalini, Gruppo Teatrale “Tre Conche” Domenico De Amicis. Per la sezione francavillesità l’associazione il Libeccio ha selezionato Rita Miccoli e Katia Forcella, Giuseppe Di Iulio, Nicolino Di Quinzio,  Paola D’Onofrio, Gemma De Leonardis, Giovanni Marinucci, Rocco Pepe, Raffaele D’Amario, Antonio Sanatalucia, Alberto Sgavicchia.

Alla manifestazione porteranno i saluti Daniele D’Amario, sottosegretario Regione Abruzzo, e il sindaco di Francavilla al Mare, Luisa Russo. Pasqualone così ricorda la compianta poetessa francavillese: «Mi sono avvicinato alla poesia di Anna De Luca da giovane studioso di poesia dialettale abruzzese con la lettura di Ricciardelle del 1981 per i tipi di Marino Solfanelli e con le illustrazioni interne della figlia Silvia Di Quinzio ed in copertina una grafica di Vito Giovannelli e di Come ccente lumine. Poesie in dialetto abruzzese del 1992, sempre per i tipi di Marino Solfanelli Editore e con la copertina della figlia Silvia». Nel primo volume, l’acume critico di Michele Ursini metteva in luce la portata e la potenza del dialetto di Anna De Luca: «Usa un dialetto fresco, spontaneo, libero da ogni patina culturale, sgombra da ogni velleità di ricerca lessicale e di recupero linguistico, a volte sorprendente per certe tipiche e belle espressioni familiari abruzzesi fortemente icastiche», scriveva il grande magister teatino.

E quella caratteristica è rimasta anche nella seconda raccolta, con la presentazione di Umberto Russo, magister francavillese, che sottolineava come “Anna De Luca non si rassegna a perdere questo suo tesoro fatto di momenti felici e di apprensioni, di abbandoni sentimentali e di ragionamenti sull’esperienza quotidiana. Li traduce perciò in brevi componimenti in dialetto, che fissano un paesaggio o disegnano una figura, condensano un sogno o rivelano una passione”.

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