di ROSITA SPINOZZI –
MONSAMPOLO DEL TRONTO – C’è uno spazio verde in Contrada Monte Carrello, nelle dolci colline di Monsampolo del Tronto, dove il tempo sembra essersi fermato per fare un inchino alla poesia. È domenica 11 agosto, c’è un sole implacabile che abbraccia tutte le cose, ci mettiamo in viaggio per raggiungere il Giardino Letterario organizzato dall’Accademia Agape – Caffè Letterari d’Italia e d’Europa nella caratteristica “casa-museo” di Giuseppe Capretti e Franca Maroni, dove ad attenderci c’è un piccolo “teatro all’aperto” amorevolmente realizzato per celebrare l’Arte, la Poesia e la Letteratura insieme ad un nutrito gruppo di amici, professionisti ed esperti del settore. Man mano che ci allontiamo dalla città il verde si fa più intenso, i rumori si attenuano e il paesaggio stesso diventa poesia. Una volta arrivati l’atmosfera che si respira è talmente bella e accogliente che ci sembra di respirare un’aria nuova: siamo pronti ad entrare in stretta connessione con la bellezza del creato e dei versi di Antonio Lera, Franca Maroni, Margherita Bonfilio, Alessandra Bucci. Sono loro i meravigliosi fiori di questo magnifico Giardino Letterario, protagonisti di una serata di cui porteremo a lungo il ricordo.
Problemi di salute hanno impedito ad Antonio Lera di essere presente all’incontro, ma soltanto fisicamente, perché noi lo abbiamo sentito vicinissimo grazie alla potenza evocativa dei suoi versi presenti nel libro “Il Tempo e la Bellezza” (Flavius Edizioni), che ci insegnano quanto la poesia sia un antidoto ai mali del vivere. Versi in bilico tra l’eros, l’ironia, la consapevolezza di sé, l’amore per il creato. La sua poetica, inoltre, ha il grande pregio di focalizzare l’attenzione tra l’Essere e l’Apparire, una tematica sulla quale oggi che più che mai abbiamo necessità di riflettere. A parlarne è stata Franca Maroni, che ha ricordato anche lo straordinario impegno di Lera nell’ambito della divulgazione dei Caffè Letterari che lo hanno portato a girare in tutta Italia e non solo. È grazie al suo incessante operato che in molte città è stato compreso il valore di questa “formula” e molti luoghi sono tornati a “vivere” attraverso l’arte della poesia.
«In un momento storico come quello attuale, particolarmente confuso e contradditorio, dove si corre e non si pensa e dove il virtuale si oppone al reale, è tempo di poesia. Per un recupero di autenticità e di etica c’è bisogno di silenzio e di interiorizzazione. La poesia è questo» ha affermato Franca Maroni, a mio avviso protagonista indiscussa della serata in cui ha dispensato a tutti noi preziose perle di saggezza. Ogni suo intervento si trasforma, inconsapevolmente, in una lectio magistralis su cui riflettere a lungo. Franca è una donna di straordinaria intelligenza e, come tale, non ama i complimenti. Pertanto mi fermo qui con le lodi, ma non posso fare a meno di apprezzare “Il Lucchetto” (Il Viandante Edizioni), il libro di poesie dedicato a suo padre “maestro di versi e di vita” e a sua madre “maestra di valori e di bellezza”. Ne parlerò in modo più dettagliato in una recensione, ma sento subito l’urgenza di dire che ho trovato splendida la metafora del lucchetto che altri non è la bambina che, con grande fierezza, fa da cerniera tra il cardine paterno e materno. É un canto di nostalgia e di amore quello di Franca, espresso attraverso un elegante uso della parola da cui prendono vita versi variamente ritmati.
Bellissimo anche il viaggio che abbiamo intrapreso nella “stanza dei segreti” (SBS Edizioni) di Margherita Bonfilio, autrice di grande pregio che, con grande eleganza, ha saputo illustrarci le molteplici sfaccettature dell’amore, dal sacro al profano, dall’eros all’Agape (amore, nel greco moderno) che è la forma più elevata di amore in assoluto in quanto puro e incondizionato. Margherita ha generosamente condiviso con tutti noi un viaggio nel suo mondo interiore e, nello stesso tempo, ci ha dato la giusta chiave di lettura per entrare in quelle stanze segrete dove a volte abbiamo paura di entrare, perché è proprio lì che releghiamo sensazioni ed emozioni. Ma è proprio in quelle stanze in cui pensiamo di non dover andare che si celano sorprese meravigliose, spesso dimenticate e in attesa di essere riportate alla luce. Dolore, amore, meraviglia sono sentimenti necessari per tornare a raggiungere il proprio io che si “difende” dal mondo, ci accompagnano lungo un cammino che porta alla consapevolezza di sé: solo allora ci accorgiamo che la nostra “stanza segreta” non è più buia perché è entrata la luce della nostra rinascita. «La poesia è cura dell’anima, – dice Margherita Bonfilio – è forza, è vita e accostarsi ad essa vuol dire permettere ai versi di far sbocciare in chi legge sentimenti di gentilezza, solidarietà e condivisione, attenzione per ciò che accade fuori e dentro di noi». Ha ragione e le siamo grati per aver “viaggiato” con noi.
Arte, poesia, letteratura e molto altro ancora. Si chiude in bellezza con Alessandra Bucci e il suo “Largo Paradiso 22” (Il Viandante Edizioni), un bellissimo romanzo d’amore che Franca Maroni ha definito un noir con fatti storici. Ed un “colpo di scena”. Elemento che non manca mai nei libri di Alessandra, dando così un valore aggiunto alla sua mirabile creatività che si esprime attraverso ogni forma d’arte. Alessandra è una creatura in continua evoluzione, vive intensamente e sente l’urgenza di nuove esperienze: non a caso di recente ha affrontato da sola il cammino di Santiago di Compostela. E ne è uscita notevolmente rafforzata nell’anima. Le piace condividere emozioni, la sua è una mente vivace che abbraccia il mondo e crea. Alessandra si muove, s’interroga, riflette, si ferma un attimo se lo reputa necessario per poi ripartire più forte di prima. Ha un cuore generoso ed è pervasa da una sorta di inquietudine che ben riconosco. Ama il sole e il sole la ricambia, totalmente. Non si ferma mai, e nel suo incessante viaggio poetico e letterario ritrova ogni giorno se stessa. “Largo Paradiso 22” – ha un incipit bellissimo, comprendi subito di avere in mano un libro da leggere tutto d’un fiato – ci porta nell’Autunno 1983. Dario Angelini, il protagonista, deve fare i conti con la drammatica esperienza vissuta in gioventù ad Auschwitz. Giorni di dolore che, però, portano anche il ricordo di un grande amore vissuto con Anna, una donna molto più grande di lui, che lo ha ospitato nel 1943, periodo in cui l’Italia era divisa tra partigiani e collaborazionisti. Curiosando tra alcuni libri usati nella libreria del suo amico Bruno, Dario ha un tuffo al cuore quando trova un titolo che lo riporta indietro di quarant’anni: Largo Paradiso 22. L’autore è Marco Respighi, di lui non si sa nulla. Ma l’indirizzo è quello di Anna. Nel libro, che sembra essere il diario di Anna, è raccontata la loro storia. Per Dario si aprono nuovi “scenari” alla ricerca di quelle risposte che cerca ormai da troppo tempo. A fare da sottofondo al “viaggio nel tempo” di Dario c’è la passione per la musica dei due innamorati. E la musica si sa, spesso compie miracoli.
Ad impreziosire il Giardino Letterario sono stati anche gli interventi di Eugenio Ravo, poeta e mimo (ha studiato presso l’école de mime corporel dramatique de Paris con Étienne Decroux, maestro del celebre Marcel Marceau); il Prof.Edoardo Vecchiola, la critica letteraria Rossella Frollà. Tra il numeroso pubblico erano presenti anche artisti e presidenti di associazioni tra i quali Leo Bollettini, Rosella Pierdomenico, Rosamaria Amatucci, Gabriele Partemi, Maurizio Lera, Maria Pia Spicocchi, Francesca Rossi e tanti altri ancora. L’incontro si è concluso con un momento conviviale offerto da casa Capretti durante il quale si è creato un clima veramente gradevole in cui, oltre al buon cibo, gli ospiti hanno interagito tra di loro dando vita a conversazioni interessanti con l’auspicio di rivedersi presto. Grazie di cuore a tutti. È tempo di poesia.
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