Teatri Invisibili, al via la seconda parte della rassegna. Festa teatrale il 26 ottobre al Kursaal di Grottammare

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prosegue la trentesima edizione dell’Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili, pregevole iniziativa che ha raggiunto un importante traguardo, frutto di passione e “resistenza”. La seconda parte della rassegna prevede quattro importanti appuntamenti: giovedì 24 ottobre alle ore 21 al Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto “Odissea” con Mario Perrotta, venerdì 25 ottobre al Teatro delle Energie di Grottammare “Personology” con Stefano Tosoni, sabato 26 ottobre alle ore 18 alla Sala Kursaal di Grottammare una grande Festa teatrale con diversi grandi interpreti che in tutti questi anni hanno partecipato alle varie edizioni; poi il 10 novembre al Teatro dell’Olmo di San Benedetto del Tronto alle ore 18 lo spettacolo conclusivo del Laboratorio Teatrale Re Nudo.

Mario Perrotta
Odissea
Giovedì 24 ottobre ore 21 Teatro Concordia
durata 65 min
Scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta
musiche originali composte ed eseguite da Mario Arcari (clarinetto, oboe, percussioni) e Maurizio Pellizzari (chitarra, tromba)

«Questa sera mi affitto due musicisti, li porto nella piazza del paese e faccio il botto! Stasera succede un casino». Così entra in scena Telemaco – figlio di un Ulisse mai tornato – e comincia il suo spettacolo d’arte varia. Non risparmia nulla, a se stesso e agli altri: racconta, come sa e come può, la sua versione dei fatti. E ogni sentimento si fa carne viva sulla scena e diventa corpo, parole in musica, avanspettacolo, versi sciolti e danza, odissea a brandelli di un ragazzo che non sa tenere insieme i cocci di una storia – quella di suo padre – che non sta più in piedi. Per Telemaco il tempo dell’attesa è scaduto: è ora di fare spettacolo.
La mia Odissea
C’è un personaggio nell’Odissea che, da sempre, cattura la mia attenzione, un personaggio che molti non ricordano neanche: Telemaco. Ho provato a chiedere in giro e, difatti, molti ricordano il cane di Ulisse – Argo, mi pare… – ma non il figlio. Io, invece, ne ho sempre subito il fascino, perché la sua attesa è carica di suggestioni. Telemaco non ha ricordi di Ulisse, non l’ha mai visto, non sa come è fatto, non sa il suono della sua voce: per Telemaco, Ulisse è solo un racconto della gente. Ed è proprio questa assenza ad aprire infinite possibilità nei pensieri di Telemaco. Lui è l’unico personaggio dell’Odissea che può costruire un’immagine di Ulisse calibrata a suo piacimento. I pensieri di Telemaco, forse, sono l’unico luogo dove Ulisse può essere ancora un eroe. Ma gli eroi durano il tempo di un romanzo e questo Telemaco lo sa… È così che ho disancorato Telemaco dal tempo degli eroi e l’ho trascinato qui, nel ventunesimo secolo, avvilito da una madre reclusa in casa; assediato dalla gente del paese che, non sapendo che fare tutto il giorno al bar della piazza, mormora della sua “follia” e della sua famiglia mancata; circondato dal mare del Salento, invalicabile e affamato di vite umane. Solo così potevo immaginare un’odissea mia, contemporanea, solo portando la leggenda a noi, in questo nostro tempo così disarticolato e privo di certezze. E dunque si mescolano nella scrittura il mito e il quotidiano, Itaca e il Salento, i versi di Omero e il dialetto leccese, legati insieme da una partitura musicale rigorosa, pensata ed eseguita dai musicisti che mi accompagnano in questo lavoro e diventano anch’essi, con i loro molteplici strumenti, voci musicali del racconto.

Proscenio Teatro
Personology
Venerdì 25 ottobre ore 21 Teatro delle Energie
durata 65 min
di e con Lorenzo Marziali, Sefano Tosoni

Due fratelli possono essere (e contenere) mondi ed universi diametralmente opposti, antitetici, discordanti e dissonanti, ma cosa accade se, per un accidente del destino, questi due micro-cosmi si ritrovano costretti, dopo secoli, in uno spazio-tempo emotivo angusto e ristretto? Due anime inquiete, due destini connessi seppur divergenti, tornano ad incrociarsi, svelarsi, denudarsi emotivamente perché nella loro estraneità si conoscono troppo bene per potersi mentire. Tra ironia e cinismo, sarcasmo e disperazione, due fratelli si raccontano e “ci” raccontano gli estremi e le idiosincrasie di questa società dove più che vivere, spesso ci si ritrova costretti a “sopravvivere”, ciascuno con le sue forze, ciascuno con i suoi metodi e le sue strategie, tanto indispensabili quanto folli e incomprensibili.

Teatri Invisibili
30 anni di Invisibili – Festa Teatrale
Sabato 26 ottobre ore 18 Sala Kursaal
con Andrea Cosentino, Sergio Capoferri, Pierfrancesco Giannangeli, Enrico Piergallini, Gilberto Santini, Pierluigi Tortora, Piergiorgio Cinì. (Paola Chiama, Troli, Rossi, Perazzoli), Stefania Evandro, Antonio Silvagni

«Per festeggiare a modo nostro la trentesima edizione dell’Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili, – spiega il direttore artistico Piergiorgio Cinì –  abbiamo scelto un luogo storico per la rassegna, la Sala Kursaal: proprio qui, sin dai primi anni, prendeva vita lo “Spazio proposte”, un’occasione in più offerta a tutti coloro che, per un motivo o per un altro, non riuscivano a presentare i loro lavori in forma compiuta all’interno del festival; e proprio qui abbiamo visto molti fra quelli che ora sono grandi artisti affermati muovere i loro primi passi al di fuori dei loro territori ed avere la possibilità di far apprezzare il loro percorso creativo ad altri gruppi provenienti da tutta Italia. In mezz’ora (il tempo che ognuno aveva a disposizione) si mostrava un estratto di uno spettacolo in fieri, si parlava di un’idea da realizzare e per cui si cercavano aiuti e partner, si mettevano in mostra le proprie capacità creative a tutto tondo; insomma si viveva un Incontro entusiasmante che creava nuovi legami e rompeva l’isolamento a cui molte realtà (singole e di gruppo) erano costrette da un assurdo meccanismo di gestione e di distribuzione teatrale: un assalto in piena regola a quella cittadella del teatro che si era chiusa in se stessa e non consentiva alle nuove generazioni di entrare a farne parte. Talmente forte l’impatto di quella rivoluzione teatrale partita dal basso e del meccanismo dell’autoconvocazione che regolava l’accesso alla rassegna da far ritenere i Teatri Invisibili come il più significativo movimento teatrale del secondo Novecento, insieme a quello del Terzo Teatro (di barbiana memoria).

Eugenio Barba, uno dei padri del teatro contemporaneo mondiale, riconoscendo il ruolo fondamentale degli Invisibili, decise di inviare a San Benedetto del Tronto uno degli orecchini ottenuti dalla fusione della targa d’oro del “Premio internazionale Luigi Pirandello” assegnatogli nel 1997. “Desidero regalare gli orecchini a coloro che in Australia, in Africa, in Asia, in Europa e nelle Americhe difendono i teatri del margine, da non confondere con i teatri marginali”: queste le emozionanti parole di Barba. Con il peso di una relativa maturità ma con lo stesso spirito indomito, siamo qui a dare vita a questa Festa, insieme ai più cari amici degli Invisibili, caratterizzata da brevi performance teatrali e da un momento conviviale finale, come da tradizione di questo viaggio trentennale. Senza dimenticare che proprio in questi giorni (per l’esattezza il 31 ottobre) ricorre il quarantennale della morte di Eduardo De Filippo, altra fonte inesauribile di ispirazione per molti dei teatranti che abbiamo visto in questi anni all’interno dell’Incontro».

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