Calendario dell’Avvento Poetico – Aspettando il Natale con Franca Maroni

“Iniziativa Promossa dall’Associazione AGAPE Caffè Letterari d’Italia e d’Europa”

VENERDI 20 DICEMBRE 2024

LA STORIA DI NATALE

Nella casa inghiottita dalla notte, il silenzio e l’attesa danzavano nell’aria e nei cuori. Il bambino dal ciuffo chiaro sugli occhi hazel, attaccato alla madre, contemplava contento il presepe dispiegato sull’arola del camino. Aveva collaborato con gioia alla disposizione di statuine, casette e palme tra mille perchè e a scena ordinata taceva immerso nei suoi innocenti pensieri. Uno sbadiglio e la madre lo guidò nella stanza per prepararlo al sonno. Rimboccate le coperte e spiandone le palpebre mobili in discesa, stava allontanandosi quando la fermò l’amata vocetta: «Mamma e la storia? Sai che non dormo senza storia». La madre pur stanca sorrise e tornata indietro s’accovacciò accanto al piccolo letto, richiamando in fretta alla mente il repertorio narrativo preferito dal figlio ma fu il senso della sera a scegliere la storia. «Perdonami piccolo mio, questa è una notte straordinaria e ti racconto una storia straordinaria che parla di uomini e di animali». Incuriosito il bambino riaprì gli occhi, grandi occhi obliqui e stellati e s’apprestò lieto all’ascolto». Questa è la notte di Natale, la notte in cui nacque Gesù quel piccolo Gesù dai riccioli d’oro e manine a fiore che hai deposto sulla mangiatoia tra il bue e l’asinello. É sceso dal cielo per riportarci al cielo perchè tutti siamo venuti da lì».

E sollevò lo sguardo. «Devi sapere che tutte le persone che abitano sulla terra sono guidate da due voci: una li porta a scegliere il bene e una il male. Se seguono la voce del bene fanno cose buone. Per esempio aiutano gli altri, dividono le cose con gli altri, li amano come io amo te. Se seguono la voce del male fanno cose sbagliate. Per esempio rubano le cose degli altri,  maltrattano gli altri e maltrattano gli animali, uccidono e fanno la guerra. É più facile fare il male che fare il bene. C’è bisogno di un maestro che ci guidi. Gesù è il nostro maestro. Gesù è nato in una grotta come quella del nostro presepe, per ricordarci che lui vive nella grotta che è dentro di noi. Gli animali parlano al cuore ma solo le persone pure, cioè quelle che non pensano solo a se stesse ma anche agli altri, cui non farebbero mai del male, riescono a ascoltarli. I bambini sono puri. Colpita da questa storia, io da piccola, nella notte di Natale, mi sedevo accanto al presepe e abbracciavo la mia gatta Messalina per sentirla parlare e rimanevo così fino all’alba. Qualche volta ho percepito qualcosa e altre no».

Il bambino preso dal racconto s’illuminò e sul filo di fantastiche immagini s’addormentò in fretta, bisbigliando una impercettibile buona notte alla mamma. Scivolando nel mondo onirico la storia presto prese forma e contenuto. L’alba giunse serena congedando dolcemente la notte e la casa spogliata del silenzio e dell’attesa, si rivestì di suoni, rumori e voci augurali. La madre avviluppata nella vestaglia rossa di Natale, vegliava il bollore del latte sul fuoco quando fu riscossa dal fruscio di passi felpati. Il bambino col ciuffo spettinato dal sonno e la voce gaia si stagliò sull’uscio cinguettando: «Mamma è tutto vero, la storia era vera. Questa notte Luna mi ha parlato». Luna era la gatta di casa che onorava letti e cuscini e saltava sui mobili. La madre gli aprì le braccia e lo strinse forte a sè: «Raccontami tutto». Il  bambino eccitato obbedì.

«Questa notte, quando mi sono addormentato, ho visto Gesù Bambino che parlava col bue e con l’asinello, poi ho sentito un rumore ed è arrivata Luna. É salita sul letto e ha preso a fissarmi con gli occhi gialli che diventavano sempre più grandi. Fissava me e fissava il soffitto. Poi ha parlato. Mi-Mi -a-a -o/Buon Natale. Ha detto buon Natale. L’ho sentito bene. É venuta a dirmi Buon Natale e il mio cuore ha iniziato a battere forte, sempre più forte. Bum Bum Bum. Sembrava che volesse uscire dalla camicia del mio pigiama. Luna ha capito e si è allungata sul mio petto con le zampine sul mio viso. Sono felice». E chiuse le braccia ad anello attorno al collo della madre. Madre e figlio si coccolarono a lungo e si baciarono. Poi il bambino la guardò , e s’impensierì: «Mamma è stato bello ma non basta. Vorrei che Luna mi parlasse ancora». La madre lo strinse più forte e lo rassicurò. «Luna ti parlerà ancora. Luna parla al cuore. Ascoltala col tuo cuore». Pronta dal corridoio Luna miagolò un sì e il latte allegro gorgogliò nel bricco.

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