San Benedetto, celebrata al “Concordia” la Giornata della Memoria

di REDAZIONE –

Numerose classi degli istituti cittadini hanno preso parte all’evento insieme alle autorità civili e militari –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è celebrata nella mattinata di lunedì 27 gennaio la Giornata della Memoria 2025, ricorrenza istituzionale dedicata alla conservazione delle memorie legate alle persecuzioni e allo sterminio del popolo ebraico e di numerosi italiani, tra cui anche prigionieri politici e militari deportati, operato dalla Germania nazista negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Il Cinema Teatro “Concordia” è stato ancora una volta la cornice che ha accolto numerose classi, rappresentanti di diversi istituti scolastici cittadini, per la proiezione di “Liliana”, il docufilm di Ruggero Gabbai dedicato alla senatrice a vita Liliana Segre, una delle ultime reduci ancora in vita degli orrori della Shoah. L’evento, al quale hanno preso parte anche rappresentanze di autorità civili e militari della città e diversi cittadini, è stato introdotto dall’assessore alla Cultura Lia Sebastiani, che ha aperto la giornata con un intervento nel quale ha sottolineato l’importanza della presenza degli alunni degli Istituti Comprensivi del territorio e gli studenti delle scuole secondarie di II grado in qualità di destinatari delle memorie degli eventi di quel periodo. «In questo giorno – ha detto l’assessore Sebastiani – rinnoviamo il ricordo delle leggi razziali e delle discriminazioni e delle violenze che da esse scaturirono. Rinnoviamo lo sdegno verso le persecuzioni. Tramandare ai giovani queste memorie è un compito di estrema importanza, affinché non si spenga mai il ricordo di quanto accaduto e la percezione dell’orrore che scaturisce dall’arbitraria persecuzione di persone, sulla base dell’appartenenza religiosa, razziale o politica». «L’Italia vuole celebrare questo giorno insieme ai suoi cittadini più giovani – ha aggiunto – e noi lo faremo con il racconto di Liliana Segre, che nella sua narrazione sottolinea come l’indifferenza sia stata e sia tutt’oggi peggiore e più pericolosa della violenza stessa».

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