Giubileo degli Artisti, il canto di Mario Vespasiani è un inno di lode

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – 
Nella giornata odierna, domenica 16 febbraio, si celebra il Giubileo degli Artisti, una giornata che vuole sottolineare come attraverso l’arte l’uomo sia stato ed è in grado di aggiungere bellezza a quella del creato, fino a contemplare ed ammirare le forme viventi ma anche di stupirsi dinanzi al mistero della vita. Tra le più riuscite opere d’arte compiute nel nostro tempo, un artista visivo si confronta con la musica, passando dalla pittura, il suo ambito, a quello del racconto e del suono, creando un canto commovente, una sorta di preghiera che porta a fluttuare verso altre dimensioni. Mario Vespasiani con la sua capacità visionaria, capace di passare con straordinaria facilità dalla pittura alla fotografia, dalla poesia alla letteratura, – infatti ad oggi è considerato uno degli artisti più autorevoli e riservati della sua generazione – con questo brano, che anticipa l’album, evolve ancora e si conferma tra i talenti italiani più puri e completi della nostra epoca. Il componimento di Mario Vespasiani intitolato Tutti i canti di una creatura” diventa fiamma di speranza viva, invitando a recuperare quella verticalità di sguardo proprio dell’uomo vero. Il brano è raccolto nel libro Diario di Bordo”, un volume che descrive in chiave poetica le recenti esperienze di vita quotidiana di Mario Vespasiani con la sua bimba a ridosso dei magnifici due anni, quando il linguaggio è un esperimento fonetico e la familiarità col suo corpo è progressiva. L’artista nei panni di un intrepido capitano si fa cantore di una realtà che diventa super, una surrealtà vissuta da due creature quasi extraterrestri, che provano a conoscersi, a dialogare nei modi più vari e tuttavia a capirsi. In ogni racconto attraverso un linguaggio contemporaneamente semplice e ricercato, tra riferimenti spontanei e colti, giocosi e mistici – emerge una ricchezza di contenuti di rara intensità emotiva e conferma il talento visionario di Vespasiani, capace questa volta di “dipingere” con le parole e attraverso le atmosfere ricercate dei suoni. Alle più semplici filastrocche si alternano scritti che si elevano come inni all’universo, quali segni di gratitudine per il dono della vita. Nel libro si intervallano foto in bianconero a disegni ad inchiostro su carta azzurra, nei quali affiorano isole inaspettate e all’apparenza sconosciute, ma che generano un originale abecedario geografico, un AbeceMario. “Tutti i canti di una creatura” (il cui testo intero si può leggere nel libro) è stata scritta da Mario Vespasiani, e può essere considerata una preghiera – da intonare al risveglio – per celebrare il creato, per ringraziare di ogni singola giornata e nella memoria di san Francesco tocca elementi quotidiani ed eterni, da quelli più piccoli e contingenti, a quelli più nobili ed assoluti.
Link al brano:
TUTTI I CANTI DI UNA CREATURA
di Mario Vespasiani
Altissimo Creatore già dal primo mattino

come apro la tenda ti rivolgo un sorriso.
Vorrei benedirti ma chiedo che lo facessi tu
che l’amore hai inventato
immaginando tutto ciò che potrò osservare,
ma anche ciò che non si vede
perché hai voluto superarti
per dimostrare a chi non crede
che la bellezza, come il bene è un eccesso
trabocca sempre dal bicchiere, come un vino rosso
che fa un cuore su una tovaglia preparata per due.

Un cuore per due.

La mamma qui si chiama Terra,
noi tutti l’amiamo perché non potevi avere un’idea più bella
lei è te, nella tua prima forma visibile
perché è una porta da cui ci osservi
e attraverso lei ci mandi qui come ospiti
a cui chiedi ad ognuno un esperimento:
nasciamo senza ricordarci cosa fare
e abbiamo una vita per poterlo capire,
non ce lo spieghi ma se osserviamo bene
in ogni angolo ce lo sveli
ma se osserviamo bene in ogni angolo ce lo sveli.

Grazie per averci insegnato a perdonare a correggere i nostri errori
che a volte non sappiamo di commettere,
per sopportare i dolori senza esagerare
e per chi ci hai messo vicino.
E per chi lasciando questa vita ritorna a te ricco di ciò che gli hai dato
per questa esperienza terrena, che non aveva chiesto,
ma che gli hai donato.

Allora benedicimi ancora con i tuoi baci
o con uno schiaffo come i cavalieri crociati
per tutto ciò che farai della mia vita,
perché dentro la tua volontà non c’è pericolo di sconfitta,
innaffia come sai, scalda e aiutami a fiorire anche ai margini
affinché quando darò i miei frutti potrai assaggiarli
soddisfatto che non sia andato disperso quel seme,
ma anche emozionato di riconoscere il tuo sapore.

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