di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Francesco Capecci, atleta sambenedettese famoso anche per l’organizzazione della Maratona sulla Sabbia, ha raggiunto la scorsa settimana un traguardo importantissimo. Quello di correre 700 tra maratone e ultramaratone, tanto che gli organizzatori della gara di Lavello, nella quale ha toccato la fatidica cifra tonda, si sono sentiti in dovere di celebrarlo con un’artistica targa. «Ho iniziato a correre in gare ufficiali – ha detto Capecci – nel 1973 su distanze corte, ma io sono figlio di Alberto Capecci, mezzofondista che negli anni ’30 e poi dopo la guerra gareggiava su 5000 e 10000 metri con le maglie dell’Atletica Sangiorgese, dell’Asa Ascoli e della Stamura Ancona, le squadre più prestigiose della nostra regione. I suoi più grandi rivali erano i fratelli Giammarini, di Fermo. E per non farmi mancare nulla, mia moglie Annamaria Gasparrini ha corso fino al 2004 e mia figlia Valentina ha partecipato due volte alla Maratona di New York e una a quella di Berlino. La mia vita è la corsa e non posso immaginarla senza di essa».
Settantadue anni, un passato da commerciante di pesce, dopo aver girato da bambino la ruota dei funai e aver lavorato in segheria, Capecci ha intrapreso la strada delle maratone e ultramaratone nel 1976, partecipando a Borgo San Lorenzo alla Maratona del Mugello, arrivando a correre la sua prima 50 chilometri a Porto Recanati l’anno successivo. Nel 2013, alla bella età di 67 anni, nel corso della Sei Giorni del Pantano (gara che si corre a Pignola, in Basilicata) battè i record italiani di categoria sulle 12, 24, 48 e 72 ore, coprendo alla fine della corsa la distanza di 560,164 chilometri. Le lunghe distanze sono il suo pane quotidiano, visto che la classifica Duv nel 2017 lo ha posto al terzo posto nel mondo nella categoria M70 per chilometri corsi in gare ufficiali.
Il suo primato personale sulla Maratona lo ha ottenuto a 56 anni, correndo i 42,195 km nel tempo di 3h24’19”, mentre sui 100 km del Passatore ha concluso in 11h24’. A Fano del 2015 ha concluso la 24 ore percorrendo 174 km e questi primati hanno fatto di lui uno degli atleti più completi sulle lunghe distanze, soprattutto alla sua non più giovanissima età, tanto che lo invitano a correre dappertutto. «In Europa ho gareggiato praticamente dappertutto – ammette Capecci – mentre al di fuori del nostro continente ho corso per cinque volte la Maratona di New York e una quella di Boston. Il mio portafortuna? I berrettini che mi cuce con amore mia moglie Annamaria. Ne ho circa una novantina e non potrei mai correre senza». Un rimpianto? «Non essere mai riuscito ad andare alla Maratona della Grande Muraglia Cinese. È un sogno che mi ha sempre affascinato e mi piacerebbe realizzarlo, ma ci vuole un impegno economico notevole che potrei reggere solo con l’aiuto di qualche sponsor».
Dal 4 al 13 agosto Francesco Capecci ha corso la 10×10 del Lago d’Orta, gara massacrante rivolta agli specialisti delle ultramaratone, visto che consiste in dieci maratone di 42,195 km ciascuna da corrersi in dieci giorni consecutivi e il runner sambenedettese le ha portate a termine tutte, nonostante un fastidio ai gemelli.
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