di ENRICA LOGGI –
Bella, la strada dove s’incammina, lasciandosi alle spalle il vecchio mare, pieno di schiume bianche, tempestose. Chiedo una vita dolce alle colline, ora ch’è autunno e il paesaggio s’indora, in mezzo a segni trepidi nel più chiaro fogliame. Adesso un tripudio di luce cinge queste strade, s’arrampica su dove confina il cielo, lasciando che il sole bruci un altro verde. E la vita circonda il mio sentire, s’inoltra su per valli sontuose, terre arate, fitte di morbidi canneti, dove cede l’autunno le sue brume. E le valli travolte dal bel sole, accolgono le ore una per una. Corrono strade sotto dinastie di acacie, ailanti, querce, immensi pioppi, che tremano intrecciando le loro chiome, sotto monti di fiabe ardenti e d’ocra. S’avviano verso l’alto a visitare i paesi arroccati mentre il fiume ci porta lontano, verso le montagne. É sul sommo di un colle che troviamo una rocca fastosa e antica, che fu della famiglia degli Acquaviva, nel lontanissimo 1300. Adesso s’erge coraggiosa e fiera, verso un cielo ch’è glorioso e sconfinato, circonda di mistero i tuoi pensieri, protegge un tempo raro col suo aspetto, i tuoi sogni perché si facciano largo su in alto dove corrono i bastioni, come mondi lontani e più sereni. Nel timido azzurro si disegnano, celestiali, maestose, capricciose le nuvole. Lo sguardo si sofferma e sfuma mentre passano liete, al tramonto, inarrivabili, in trionfo verso il mare all’orizzonte.
Enrica Loggi
Foto di Roberto Tamburrini
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