di MASSIMO CONSORTI –
Siamo prossimi al Natale, la festività più buonista e altruista che ci sia. Il nostro cuore è gonfio di felicità (sic!) e le nostre tasche della tredicesima. La Coldiretti ci dice che gli italiani spenderanno 528 euro a famiglia, dei quali una bella percentuale andrà per i prodotti agroalimentari. Sarà come sempre un investimento perché gli “avanzi” copriranno altri pranzi e altre cene, diluendo così l’esborso iniziale.
Le mense della Caritas si stanno attrezzando per quelli che si prannunciano come giorni sold out, da pienone garantito non solo dagli immigrati ma anche da centinaia di famiglie italiane, quelle dei pensionati in testa.
Ma c’è chi, invece che dare una mano ai bisognosi, ai senzatetto, ai clochard per scelta e a quelli per necessità, pensa al decoro della città, del quartiere, del paesello, della frazione simil-svizzera dove non batte mai il sole.
A Como la pensano così: i portici e i passaggi pedonali in questi giorni di acquisti frenetici, devono essere lasciati liberi, c’è sempre il rischio che una signora in pelliccia possa inciampare su un corpo steso a terra coperto di cartone e scambiato per un pacco vuoto, e allora chi dovrebbe pagare il conto della tintoria alla signora? Ma il Comune, chi sennò? L’amministrazione comunale, sempre attenta ai propri interessi e a quelli dei commercianti e dei benpensanti, ha pensato di prevenire qualsiasi possibile incidente oneroso per le casse pubbliche e, di colpo, ha vietato a tutti i clochard, senzatetto, mendicanti, suonatori di violino, sassofonisti e percussionisti oltre che ai vestiti male, di occupare spazi cittadini.
Il primo cittadino Mario Landriscina che, come dicono, era uno sempre disposto a dare una mano e che indossata la fascia si è trasformato in uno sceriffo stile Gentilini (ex sindaco di Treviso, nda), ha emanato una ordinanza nella quale non solo vieta ai bisognosi di dormire sotto i portici o di chiedere l’elemosina, ma anche ai volontari delle onlus e delle associazioni del territorio di dare loro bevande e cibo caldi. A ribellarsi, come si poteva immaginare, non sono stati i poveracci ma i volontari che non hanno preso affatto bene il decisionismo del sindaco motivato dal concetto antistorico di “decoro”.
A Landriscina ha prontamente risposto il direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi: “Al sindaco, come regalo di Natale, chiedo che faccia un passo indietro e magari accolga chi è in difficoltà”. In attesa che il sindaco si ravveda, i volontari hanno organizzato per la vigilia di Natale un flash mob davanti al Duomo; si presenteranno tutti vestiti malissimo e con il cappello in mano. Ci sarà anche una colonna sonora, “El purtava i scarp de tennis” di Enzo Jannacci, quello vero, non i cloni scimmiottoni.