di REDAZIONE –
CAMERINO – Packaging biodegradabile per carni da allevamento biologico, pasta di qualità da un antico cereale, agricoltura biologica grazie a prodotti di scarto della canapa, un nuovo prototipo per l’irrorazione dei fitofarmaci: sono queste le tematiche dei progetti che vedono coinvolti i ricercatori Unicam insieme a partenariati che comprendono aziende, enti ed istituzioni del settore e che sono stati finanziati, per una quota totale a beneficio dell’Ateneo di circa 400.000 euro, dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Regione Marche 2014/2020, volto a sostenere e finanziare gli interventi del settore agricolo – forestale e accrescere lo sviluppo delle aree rurali, per raggiungere un maggiore equilibrio territoriale e ambientale, che significa anche più̀ competitività e innovazione.
«Una stupenda notizia – ha sottolineato con entusiasmo il Rettore Unicam, Claudio Pettinari – che conferma non solo la vitalità dei nostri ricercatori, ma anche l’importanza delle attività di trasferimento tecnologico dell’innovazione prodotta all’interno dei nostri laboratori a beneficio dello sviluppo economico del territorio, attraverso il sostegno alle imprese che in esso vi operano, in questo caso a beneficio della valorizzazione dei prodotti enogastronomici tipici del nostro territorio».
Questi i progetti nel dettaglio: “Abriopack – Il biopackaging in una filiera avicola industriale a basso impatto ambientale nel rispetto dell’economia circolare”, coordinato dal prof. Gianni Sagratini della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, che vede un ricco partenariato con enti ed istituzioni del settore e con importanti aziende quali la Società cooperativa agricola Carnj del gruppo Fileni, capofila del progetto, e la Novamont.
Il progetto triennale, che vede coinvolti docenti Unicam delle Scuole di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, di Bioscienze e Medicina Veterinaria, di Scienze e Tecnologie, si pone come obiettivo quello di sostituire i materiali tradizionali utilizzati nel food packaging con un imballaggio completamente biodegradabile (MaterBi), adatto alla conservazione delle carni avicole ottenute con metodi di produzione biologica e valutare l’effetto dei materiali di scarto di questo processo, sulla qualità dei suoli destinati alla produzione della materia prima agricola nel rispetto dell’economia circolare.
BHAS è invece l’acronimo del progetto “Bioactive Hemp Agriculture Support”, volto alla valutazione di biopesticidi ottenuti da prodotti di scarto della canapa e valutazione della tossicità per l’operatore, che vede referenti per Unicam i professori Filippo Maggi e Massimo Nabissi della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, e vanta un partenariato con aziende agricole e associazioni del settore, tra cui La Biologica Soc. Coop. Agr, capofila del progetto. Obiettivo del progetto è quello di utilizzare la canapa industriale come prodotto multifunzionale, in grado di fornire materie prime per applicazioni agronomiche. Accanto al consolidato processo di estrazione di olio e farina dai semi della canapa industriale, si vorrebbe procedere a ricavare sostanze bioattive (es. oli essenziali) dalle infiorescenze e dalle foglie, per poi adoperarle nella formulazione di insetticidi e fungicidi naturali da impiegare nell’agricoltura biologica. Altro obiettivo del progetto è quello di inserire la coltivazione della canapa nella rotazione colturale delle aziende agricole marchigiane.
La realizzazione di un Sistema Aereo a Pilotaggio Remoto (S.A.P.R.) per l’irrorazione sopra chioma di fitofarmaci al fine di combattere le patologie di impianti specializzati quali frutteti, oliveti, vigneti è, invece, l’obiettivo del progetto “S.F.I.D.A – Smart Farming: Innovare con i Droni l’Ambiente” presentato da un consorzio di soggetti pubblici e privati, che vede come capofila l’Azienda Agricola Passacantando Andrea. La sperimentazione e la messa a punto del prototipo S.A.P.R. saranno condotte in oliveti biologici, dal momento che l’olivo costituisce insieme alla vite, una delle coltivazioni con maggiore sviluppo nella regione Marche. Il ruolo di Unicam, la cui attività sarà svolta e coordinata dalla prof.ssa Antonietta La Terza della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria, sarà quello di monitorare l’eventuale impatto derivante dall’applicazione del fitofarmaco Spintor Fly, sulla biodiversità dell’agroecosistema oliveto con particolare riferimento alle specie non bersaglio del suolo (microartropodi). Le attività di biomonitoraggio verranno svolte in aziende biologiche opportunamente selezionate nell’ambito territoriale interessato dal sisma del 2016.
“haMMurabi – Monococco Marche: dal campo alla tavola, alla riscoperta di un cereale antico, adatto ad un’agricoltura sostenibile e ricco di proprietà nutritive” (G.O.M.M.) è il tema del quarto progetto finanziato, che vede come capofila del partenariato pubblico-privato l’azienda Isea srl, mentre il referente per Unicam è il prof. Sauro Vittori della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute. Il progetto ha come finalità quella di introdurre nelle campagne marchigiane un cereale antico, il grano monococco, in particolare la varietà Hammurabi, in grado di coniugare sostenibilità ambientale, redditività per le aziende agricole e creare una filiera completa che arrivi a un prodotto finito, la pasta, ad alta digeribilità e valore nutrizionale. Il ruolo dei ricercatori Unicam sarà quello di analizzare il prodotto dalla granella alla pasta; ne saranno valutate sia le componenti aromatiche e sostanze volatili, sia le vitamine presenti in tutti i prodotti, al fine di individuare le migliori tecniche di trasformazione atte a mantenere intatte le caratteristiche della granella di partenza.
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