di GIUSEPPE FEDELI –
Greta Thunberg è la “frontwoman” del momento. Prime pagine di tutti i più importanti giornali del mondo, approfondimenti di ogni tipo, interviste: tutti ne parlano. La giovane ambientalista è riuscita a richiamare in piazza milioni di giovani di tutto il mondo per chiedere un giro di boa sulle politiche climatiche dei governi. La consacrazione definitiva è arrivata pochi giorni fa: l’attivista 16enne svedese promotrice delle marce dei giovani per il clima in tutta Europa è stata proposta per il premio Nobel per la pace da tre parlamentari norvegesi “in segno di riconoscimento per il suo impegno contro la crisi climatica e il riscaldamento globale”. «Uno spettacolo per il potere turbocapitalistico», chiosa il maître a penser ipermediatico del momento: innocua e quindi miglior simbolo da strumentalizzare.
«Abbiamo nominato Greta perché la minaccia del clima potrebbe essere una delle cause più importanti di guerre e conflitti», ha sottolineato il parlamentare Freddy Andre Oevstegaard. In un’intervista a Repubblica, Greta Thunberg ha osservato che “siamo nel pieno di una crisi. Ed è la più urgente e grave che il genere umano abbia mai dovuto affrontare. Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti e la maggior parte della popolazione mondiale non ha idea delle possibili conseguenze della nostra incapacità di agire”. «Dirotta l’attenzione rispetto al conflitto di classe. – stigmatizza Diego Fusaro – I giovani oggi sono precarizzati, supersfruttati e questo è uno spettacolo per il potere turbocapitalistico vederli scendere in piazza per protestare per l’ambiente, per il clima senza fare la lotta di classe che si faceva un tempo. Questo è il successo ed è per questo che viene abbracciata da Macron, le stringe la mano la Lagarde e addirittura “l’eurinomane” Juncker».
Insomma, Greta piace perché questa tonitruante manifestazione è fine a sé. Ma il colpo di scena (che sottende una regia occulta) è che Andreas Henriksson, noto giornalista d’inchiesta svedese, ha svelato il segreto del successo di Greta: lo sciopero scolastico altro non sarebbe che parte di una strategia pubblicitaria più ampia per lanciare il nuovo libro della madre di Greta, la celebre cantante Malena Ernman – che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision e vanta diverse apparizioni televisive. E il grande stratega/mente di questa campagna risponderebbe al nome di Ingmar Rentzhog, esperto di marketing e pubblicità, che ha sfruttato a sua volta l’immagine della ragazza per lanciare la sua start up. “Scenes from the Heart” racconta i dettagli della vita privata della coppia e della figlia “up”. Una banale coincidenza? Forse. Nell’epoca del turbocapitalismo, tutto è possibile. E allora: meglio la lotta di classe?… non foss’altro, c’era un ideale (vero o presunto) da difendere.
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