di REDAZIONE –
GROTTAMMARE – «É la cultura, il vero problema della violenza in famiglia: il modo in cui la donna è considerata e spesso si considera. Siamo noi stesse vittime di stereotipi, come quello che vede l’uomo superiore alla donna, che molte donne contribuiscono a far esistere. Per la formazione dei bambini, da 0 a 5 anni, non bisogna dire alle bambine: questo è un gioco da maschio, ma far comprendere che siamo tutti uguali. A loro e ai figli maschi dobbiamo insegnare il rispetto». Lo ha detto la criminologa investigativa Roberta Bruzzone, al convegno “Violenza in famiglia: anello scatenante e ripercussioni sui minori” organizzato da Lucia Zilli della LZ Investigazioni di Alba Adriatica in occasione del ventennale di attività che opera sul territorio nazionale, particolarmente in riguardo al tema del convegno, e coordinato dalla giornalista Stefania Mezzina. Secondo Roberta Bruzzone, “su dieci casi di violenza ne vengono denunciati solo due, e di questi solo uno vedrà la condanna. Anche se si parla di inasprimento delle pene, ma ci sono casi in cui un omicidio è stato punto con dieci anni di carcere: in ogni caso, è stato da poco approvato in parlamento l’abolizione del rito abbreviato su questi tipi di delitti”.
Tornando alla certezza che la violenza si sviluppi per mancanza di cultura, la criminologa, che ha risposto a molte domande da parte dal numeroso pubblico, giunto da Marche e Abruzzo all’Hotel Parco dei Principi di Grottammare, si è soffermata sui numeri:
«Dal 2000 ad oggi più di tremila donne sono state uccise. Ogni anno i delitti sono dai 500 ai 600, e nella maggior parte dei casi le donne muoiono ad opera di un familiare». Nell’ambito delle violenze sui minori, Roberto Mirabile, Presidente dell’Associazione nazionale contro la pedofilia e la violenza sulle donne de “La Caramella Buona Onlus”, si è soffermato su alcuni casi.
«Da 22 anni ci occupiamo di reati di violenza sui minori e ci occupiamo di proposte di legge, per cercare di contrastare la violenza. -ha affermato Mirabile – La castrazione chimica non dà garanzia, contro l’eventuale reiterazione del reato, perché il cervello sta alla base di tutto e dopo la castrazione è provato che in alcuni casi l’uomo ha molestato nuovamente. Nella nostra proposta di legge parliamo di tracciabilità di chi si è macchiato di questo tipo reato: quanto torna in liberà chiediamo che non possa andare a lavorare in luoghi dove sono presenti bambini. Il nostro impegno ci ha portato ad essere gli unici a far condannare pedofili per un totale di 180 anni, più un ergastolo, nel caso tristemente noto della bambina abusata e buttata dal terrazzo. – ha concluso Mirabile – Per il nostro impegno contro la pedofilia siamo spesso ospiti in programmi come “Le iene” o “Striscia la notizia”».
Lucia Zilli, titolare della LZ Investigazioni si è soffermata sul ruolo e supporto del detective in una tematica, purtroppo sempre più drammaticamente attuale, dialogando in alcuni con Roberta Bruzzone. Presenti vari rappresentati istituzionali dei territori coinvolti, Marche e Abruzzo: a fare gli onori di casa, in rappresentanza del Comune di Grottammare, c’era l’assessore Alessandra Biocca, per San Benedetto, l’assessore alla politiche sociali Emanuela Carboni, l’assessore al turismo Filippo Olivieri, titolare del Parco dei Principi e il consigliere comunale Brunilde Crescenzi; il sindaco di Martinsicuro, Massimo Vagnoni. «Mi complimento per l’iniziativa – afferma Filippo Olivieri – una tematica purtroppo sempre attuale su cui riflettere e questi eventi servono per sensibilizzare le persone sull’argomento, nella speranza che la cultura di ogni famiglia possa crescere, affinché si possano superare questi drammi familiari».
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