di REDAZIONE –
L’enologo famoso nel mondo abbraccia “Centimetro Zero” e i suoi progetti. Donate 600 bottiglie del vino “La quadratura del cerchio” con etichette che i ragazzi hanno decorato a mano. Prossimo step: tutti a Montalcino a vendemmiare –
SPINETOLI – Un vino speciale, con etichette uniche e irripetibili. Un guru del vino. Un progetto sociale. E un “gemellaggio” che affonda le radici nel bisogno di bellezza e solidarietà. Sono questi gli ingredienti di “Vino cm0” il nuovo progetto che la Locanda del Terzo Settore “Centimetro Zero” di Spinetoli ha avviato insieme a un testimonial d’eccezione: l’enologo internazionale Roberto Cipresso. Seicento bottiglie con etichette rigorosamente fatte a mano dai ragazzi del ristorante sociale, che a Pagliare impiega giovani con disabilità intellettive, il logo della Locanda e, all’interno, “La quadratura del cerchio”, uno dei vini più noti prodotti da Cipresso, sugellano l’avvio di una collaborazione intensa: è questo, infatti, il dono riservato a “Centimetro Zero” dall’enologo famoso nel mondo, che da più di 20 anni colleziona titoli e riconoscimenti internazionali.
«Roberto è un amico speciale» racconta Roberta D’Emidio, responsabile del progetto sociale proposto nel 2007 dalla cooperativa Ucof e realizzato grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che pone particolare attenzione all’inserimento lavorativo dei diversamente abili. «Un grande che ha saputo unirsi ai piccoli – prosegue D’Emidio parlando del winemaker. – Sempre in giro per il mondo a fare del vino una filosofia, alla fine si è fermato anche a “Centimetro Zero”. Amicizia, empatia e grande stima sin dal primo incontro caratterizzano il nostro rapporto tanto che dopo una visita alla Locanda ha scelto di valorizzare il nostro progetto premiando i ragazzi e la loro creatività con un laboratorio in cui il vino e l’arte hanno dato vita a bottiglie davvero speciali».
Il progetto sarà presentato alla Locanda del Terzo Settore, martedì 25 giugno, nel corso di una serata con cena e degustazione che prenderà il via dalle 20,30.
«Nel mio primo libro, “Il romanzo del vino” – spiega Roberto Cipresso – raccontavo un sogno: la possibilità, un giorno, di fare un vino della speranza, per chi non ha mezzi e strumenti. E spiegavo come il vino potesse diventare una sorta di motivo di cultura, educazione e speranza. Ma anche una strada per essere guidati verso un nuovo destino. Sono orgoglioso di sentirmi un po’ “padrino” di questo progetto, che non finirà qui. Dopo questa operazione, con questo vino che impegna i ragazzi portando creatività, inventiva e dando un valore aggiunto alle bottiglie, il progetto avrà un seguito. É una promessa. Nella prossima vendemmia mi piacerebbe che un piccolo pulmino portasse questi giovani qui, una mattina: con tutte le attenzioni del caso, li metteremo nella condizione di fare una selezione dei grappoli e degli acini più belli. E poi, ma questa è una sorpresa per loro, vorrei riuscire a portare un mastello in cui, a piedi nudi, possano pestare l’uva. Il vino è uno strumento così ampio e completo da poter abbracciare un sacco di cose: questa è una di quelle che vale la pena abbracciare».
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